Cultura e Spettacoli / Morbegno e bassa valle
Giovedì 19 Aprile 2018
Pirandello ci toglie le maschere. E ci fa scoprire la nostra identità
Al Teatro Sociale il 24 aprile lo spettacolo “Uno, nessuno e centomila”. In forma di monologo il testo è affidato al racconto di Enrico Lo Verso
Gli appassionati di teatro avranno ancora occasione al Teatro Sociale di Sondrio di trascorrere qualche ora di “buon” teatro. Se la rassegna Sondrio Teatro si concluderà lunedì prossimo con “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, la settimana successiva si tornerà ad accomodarsi per assistere allo spettacolo “Uno nessuno centomila” tratto da uno dei romanzi più celebri di Pirandello. Sul palco, martedì 24 aprile (alle 21), salirà l’attore palermitano, Enrico Lo Verso, diretto da Alessandra Pizzi, in un lavoro di Ergo Sum Produzioni. Acclamato dalla critica e dal pubblico, soprattutto dei più giovani, lo spettacolo ha di recente ricevuto a Busto Arsizio il “Premio Delia Cajelli per il teatro”, nell’ambito della seconda edizione delle “Giornate pirandelliane”, promosse dall’associazione Educarte in collaborazione con il Centro nazionale studi pirandelliani di Agrigento.
Nella scorsa stagione il Premio Franco Enriquez per la migliore interpretazione e la migliore regia. Ospite dei più importanti festival e teatri nazionali ed internazionali, da oltre un anno “Uno nessuno centomila” sta percorrendo l’Italia in una lunga e fortunata tournée che, fino ad ora. ha registrato il sold-out quasi ovunque.
Definito dall’autore in una lettera autobiografica come «il più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita», “Uno nessuno centomila” è l’adattamento teatrale della storia di un uomo che sceglie di mettere in discussione la propria vita, a partire da un dettaglio minimo, insignificante. Il pretesto è un appunto, un’osservazione banale che viene dall’esterno. I dubbi di un’esistenza si dipanano attorno ad un particolare fisico. Le cento maschere della quotidianità, lasciano il posto alla ricerca del sé autentico, vero, profondo.
L’ironia della scrittura rende la situazione paradossale, grottesca, accentua gli equivoci. La vita si apre come in un gioco di scatole cinesi e nel fondo è l’essenza: abbandonare i centomila, per cercare l’uno, a volte può significare fare i conti con il nessuno. Ma forse è un prezzo che conviene pagare, pur di assaporarla, la vita.
Avrebbe voluto che Pirandello fosse vivo, spiega Alessandra Pizzi, per mostrargli la grandezza della sua parola, l’attualità del suo messaggio, chiedendosi, nell’osservare l’immobilità del pubblico ad ogni spettacolo, se Pirandello fosse mai stato consapevole delle conseguenze che avrebbe potuto produrre la tumultuosa portata dello stesso. Da qui l’idea di una nuova ed originale messa in scena volta a rendere la perennità del messaggio pirandelliano, l’atemporalità del protagonista, uomo di ieri, di oggi, di domani.
In forma di monologo, il testo è affidato al racconto e alla bravura di Enrico Lo Verso che, dopo anni di assenza dal teatro, torna sul palcoscenico per dar vita ad un contemporaneo Vitangelo Moscarda, l’uomo “senza tempo”, e ai personaggi del romanzo, in un allestimento minimale, ma mutevole in ogni contesto. Una sorta di seduta psicoterapeutica, da cui ci si sente irrimediabilmente attratti, per affondare le mani nella propria mente, inconsapevoli degli scenari che potrebbero aprirsi. Info : [email protected],, biglietteria online www.vivaticket.it.
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