Oltre l’autismo, sabato a Lecco il concerto dell’Orchestra invisibile

“In Aut” è il logo che lega autismo e integrazione giocando sul lemma inglese dentro e fuori. Ma di sicuro Lecco Città Inclusiva vuole essere “dentro” il problema dell’autismo e farlo diventare un’opportunità di crescita per tutta la città. Per questo “In Aut” propone per sabato 19 ottobre alle 18 all’Auditorium Casa dell’Economia di Lecco, l’evento “In Aut, Orchestra Invisibile per Lecco”: un concerto a ingresso libero (fino ad esaurimento posti) della big band italiana composta da persone autistiche e non, che da oltre dieci anni si trovano insieme per suonare musica jazz presso Cascina Rossago (Pavia), la prima comunità sociale in cui vivono, lavorano e riescono ad esprimere la loro particolare umanità diverse persone adulte con autismo.

Il concerto rientra tra le azioni del progetto Inclusione AUTonomia coordinato dalla Struttura Complessa di Neuropsichiatria per l’infanzia e l’adolescenza dell’Asst Lecco insieme alla Provincia di Lecco, il Comune di Lecco, il Politecnico di Milano – Polo territoriale di Lecco, Confcommercio Lecco, Confindustria Lecco e Sondrio, Confartigianato ed è stato inserito all’interno della rassegna teatrale “La Cultura per il sociale” organizzata dal Comune di Lecco.

L’Orchestra Invisibile è diretta da Pierluigi Politi, Ordinario di Psichiatria dell’Università degli Studi di Pavia, e prende il nome dalla connotazione fondante dell’invisibilità dell’orchestra, data dall’enorme difficoltà iniziale dei musicisti con autismo di suonare in presenza di un pubblico. Grazie ad una serie di adattamenti e di strategie, oggi l’orchestra è in grado di esibirsi circa due volte l’anno e di proporre, attraverso un repertorio jazz, un’esperienza musicale originale e immersiva.

I musicisti, la maggior parte dei quali non comunica con il linguaggio verbale, si presentano disposti in circolo, alternando strumenti melodici e ritmici: gli scambi comunicativi all’interno dell’orchestra avvengono prevalentemente sul piano non verbale, suonando assieme, lasciandosi trasportare dall’improvvisazione e dallo spirito di esplorazione e libertà, caratteristici del jazz. Il ritmo, la melodia e le numerose iterazioni che la musica propone non soltanto sostituiscono il linguaggio verbale, ma sono in grado di spingersi ben oltre dando origine a vere e proprie unità compositive che vengono assemblate durante l’esecuzione. I benefici di uno spazio musicale condiviso hanno un impatto diretto sul comportamento generale delle persone con autismo, dimostrato anche da studi scientifici, ma anche un impatto indiretto sugli educatori/musicisti dell’orchestra e sugli uditori che vivono un’esperienza musicale profonda.

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