Cultura e Spettacoli / Circondario
Giovedì 12 Dicembre 2024
“Matteotti (anatomia di un fascismo)”, lo spettacolo con Ottavia Piccolo a Valmadrera
Appuntamento sabato 14 dicembre al teatro Artesfera di Valmadrera
Su testo di Stefano Massini arriva a Valmadrera lo spettacolo “Matteotti (anatomia di un fascismo)” interpretato da Ottavia Piccolo.
Il Teatro Artesfera festeggia i 70 anni di attività al servizio della comunità grazie al supporto delle persone volontarie che frequentano costantemente il teatro, che ne condividono la programmazione e la gestione ordinaria con passione e disponibilità.
Tutto pronto quindi per accogliere gli spettatori appassionati per uno spettacolo imperdibile e l’interpretazione di una delle più importanti attrici del panorama italiano.
Sabato 14 dicembre alle ore 21 saliranno sul palco con OTTAVIA PICCOLO anche I SOLISTI DELL’ORCHESTRA MULTIETNICA DI AREZZO per una serata emozionante, di riflessione e stimolo sui valori di quel contesto storico che ritroviamo ai giorni nostri.
A cento anni di distanza dal celebre discorso di Matteotti è il teatro, è la musica, sono le parole di Stefano Massini, la voce di Ottavia Piccolo, i suoni de I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo a prendersi l’impegno di parlare.
Le quattro e mezza del pomeriggio del 10 giugno 1924. Alcuni testimoni dichiarano di aver assistito a una colluttazione all’interno di una vettura e di aver visto espellere quello che sarà riconosciuto essere il tesserino del deputato on. Giacomo Matteotti. Matteotti (anatomia di un fascismo) ripercorre l’ascesa e l’affermazione di quel fenomeno eversivo che Matteotti seppe comprendere, fin dall’inizio, in tutta la sua estrema gravità, a differenza di molti che non videro o non vollero vedere. Il pericolo più grande, la malattia che fa morire un uomo è quella che non senti crescere.
Matteotti li riconobbe: quelli che al caffè dietro il Duomo, a Ferrara, ordinavano il “celibano” perché non lo sapevano che “cherry-brandy” è inglese; quelli che dicevano di riportare ordine nel disordine, perché il fascismo ha assoluto bisogno di sentirsi in pericolo, di attaccare per non essere attaccato; quelli che, d’un tratto, sfilarono in migliaia dietro al Contessino Italo Balbo e si presero l’Italia intera. Giacomo Matteotti - l’oppositore, il pacifista, lo studioso, l’amministratore, il riformista, il visionario - prese la parola, pubblicamente e instancabilmente, nei suoi molti scritti e nei suoi moltissimi discorsi: una parola chiara, veritiera, fondata sui fatti, indiscutibile. Una parola che smaschera. Per questo fu ucciso (cfr. note di regia). Io denuncio la manovra politica con cui si è spacciata l’eversione più radicale camuffandola nel suo esatto opposto, ovverosia nella garanzia dell’ordine. Io denuncio il sistematico uso della forza, la riduzione al silenzio delle voci dissenzienti. Io denuncio all’Italia e al mondo intero che un mostro chiamato fascismo ogni giorno diventa più potente proprio grazie al silenzioso assenso di chi lo svaluta, lo legittima e non lo combatte! Tempesta, così lo chiamavano. Uno col sangue caldo. A cento anni di distanza è il teatro, è la musica, sono le parole di Stefano Massini, la voce di Ottavia Piccolo, i suoni de I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo a prendersi l’impegno di parlare.
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