L’ultimo film di Virzì

mercoledì sera

per “ Ciak Cenacolo”

Accade dalle nostre parti, con set a Varese e Como.

In un paesotto della Brianza che finisce in “ate”, alle pendici di una collina una volta incredibilmente boscosa, un cameriere da catering torna a casa a notte fonda con la sua bicicletta, al freddo (è la vigilia di Natale), quando un Suv lo investe lasciandolo agonizzante. È l’incipit de “Il capitale umano”, domani mercoledì 26 novembre alle 15 e in replica alle 21 nella sala di piazza Cappuccini per Ciak Cenacolo, rassegna del Cenacolo Francescano.

L’ultimo film di Paolo Virzì è liberamente tratto da un thriller di Stephen Amidon ambientato nel Conneticut, sceneggiato con l’aiuto di Francesco Piccolo e Francesco Bruni. Un regista toscano, Paolo Virzì, acuto osservatore e abile narratore di storie che volgono in commedia, senza per questo rinunciare alla profondità dell’analisi, lascia l’amata Toscana e viene in Brianza.

Un cast sugli scudi, per un film che si configura come una denuncia spietata di quello che siamo diventati, da vent’anni a questa parte, a Nord e a Sud, a Est e a Ovest, sull’onda dell’omologazione veicolata dalla televisione contro la quale si scagliava, genio profetico, Pier Paolo Pasolini.

Lo fa attraverso una galleria di ritratti agghiaccianti: il titolare di un’agenzia immobiliare, ingenuo stolto e credulone, con ambizioni da arrampicatore sociale; il magnate, cinico e competitivo, il modello del primo, perfetto prodotto brianzolo, inno del malcostume e del cattivo gusto; le mogli dell’uno e dell’altro, la prima psicologa tutta presa dalla sua missione e dall’imminente maternità, tardiva e sofferta (tutto sommato da assolvere), la seconda sposa tonta con il sogno del teatro, obnubilata dalla ricchezza e dal troppo avere; in ultimo i rispettivi figli, non più incolpevoli, mai più adolescenti, complici dell’orrore in questa “tragedia” balzachiana che della commedia ha solo i tipi. Si salvi chi può. Ingresso singolo, biglietto a 4 euro.