Cultura e Spettacoli / Morbegno e bassa valle
Lunedì 20 Gennaio 2025
Lorenzo Passerini, dalla Valtellina ai palchi di tutto il mondo
Per il direttore d’orchestra il 24 gennaio sarà un giorno memorabile: a lui è affidata la direzione della Bohème di Puccini sul prestigioso palco del Teatro dell’Opera di Vienna. «Le sfide sono ogni giorno sempre più grandi, le aspettative ogni volta più alte e la critica a ogni esibizione più esigente. Ma il mio approccio è sempre lo stesso, incentrato su passione e rigore»
C’è un momento nella vita di un uomo in cui, ispirato da un brivido divino, imbracciato l’ardimento del proprio vessillo, può farsi fiero corifeo di una maschia mischia rivoluzionaria che sconvolgerà la sua vita. E quella di un popolo intero che anela alla libertà. E c’è chi, come Lorenzo Passerini che, riposto con cura ed amore in un angolo il proprio trombone, ha scelto d’impugnare il nerbo emozionale della bacchetta della direzione orchestrale per farne il delirante sogno di farsi trascinatore di genti con la musica. Ed eccolo ormai sul podio dalla Cina all’America, dall’Australia al cuore pulsante dell’intera Europa e nelle sacre stanze della Lirica italiana, a portare la Valtellina nel mondo. Ed è lui stesso a svelare il segreto del suo magmatico successo.
«La mia passione instillatami dalla Società Filarmonica di Morbegno nasce da bambino col mio trombone. Il “passaggio” alla direzione d’orchestra è avvenuto gradualmente, dai 18 anni in poi. Quasi senza accorgermi, con grande naturalezza».
Non è facile sentirsi catapultato a furor di popolo nel circuito mondiale della grande musica accanto a mostri sacri e rinomate orchestra da dirigere.
«È cambiato tutto, e non è cambiato niente – rivela il Maestro morbegnese -. Le sfide sono ogni giorno sempre più grandi, le aspettative ogni volta più alte e la critica a ogni esibizione più esigente. Ma il mio approccio è sempre lo stesso, incentrato su passione e rigore. Per me la musica è condivisione: condividerla a Vienna o a Sondrio non fa alcuna differenza; vivo ogni concerto come un momento unico e irripetibile. La musica per me è tutto: è sinonimo di vita. Senza musica morirei. Trovo che sia fondamentale per i giovani in quanto insegna il rispetto, la condivisione e l’emozionarsi assieme per un sogno comune. La musica eleva lo spirito. La musica fa vivere esperienze sublimi. La musica è tutto. Ma in primis è condivisione. Sulla carta non esiste. La musica ha senso solo se condivisa».
Ma non è facile conciliare gli affetti familiari con una serie infinita di eventi, nomine importanti in Finlandia e la gestione della stagione concertistica sondriese.
«Ho persone straordinarie al mio fianco. A partire da mia moglie Irene – spiega Passerini –. Ho poi Ernesto Colombo, grande amico e da sempre compagno di avventure, che sarà mio assistente nel “Macbeth” verdiano e poi nella “Lucia di Lammermoor” di Donizetti. C’è poi Roberto Spagnoli, instancabile organizzatore, e Gianluca Macheda, mio manager. Non manca un grazie a mio figlio Davide, turbine di energia, e a tutta la mia famiglia. Sono una persona fortunata».
Il mondo dell’opera ha un fascino magnetico a cui pochi riescono a sfuggire.
«Prepararsi alla direzione di un’opera è la parte più avvincente (e difficile) della mia vita professionale – rivela il creatore della “Vivaldi” -. Nell’affrontare ogni opera bisogna conoscere l’ambiente storico della composizione, comprendere l’esigenza che ha portato alla scrittura del pezzo, indagare sulle prassi dell’epoca. Ogni opera è specchio di un mondo. Il direttore ha il compito di ricreare con le sue mani quel mondo. Occorre leggere, documentarsi, ascoltare, non avere pregiudizi ed essere coraggiosi nel proporre nuove visioni di capolavori del passato. Amo leggere le corrispondenze dei compositori per entrare nelle loro menti. L’opera non è solo musica, ma anche letteratura, poesia, teatro, pittura».
Una vita consacrata alla musica insieme a “Gli Amici della Musica di Sondalo” con amici veri come Roberto Spagnoli e Sergio Dagasso che hanno creduto sin dal primo momento in lei e nella sua “Vivaldi” sempre più viva e più feconda. Ed ora eccolo al suo debutto nel “folle volo” viennese.
«“Sì, questa è forse la settimana più importante della mia vita lavorativa. Dirigere al Teatro dell’Opera di Vienna è un onore senza eguali. Si tratta di un vero e proprio “tempio della musica”. Tutti i grandi ci hanno messo piede. L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Vienna è una delle più importanti compagini orchestrali di tutto il mondo. Dirigerò la mia amatissima Bohème di Puccini. Il 24 gennaio sarà un giorno importantissimo per la mia carriera musicale. Un momento che ricorderò per tutta la vita».
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