
Cultura e Spettacoli / Lecco e Sondrio
Venerdì 21 Marzo 2025
L’essenza del Bello negli inni liturgici
di David Maria Turoldo: a Sondrio
presentato il libro di Mauro Manzoni
Sondrio
Una produzione sterminata, affascinante e poliedrica, nella quale risuona con potenza l’essenza del bello. Anzi, del Bello: del resto, «senza bellezza non c’è neppure verità. Dio è la stessa infinita pienezza del bello, altrimenti non è neanche vero e neanche buono». Così ebbe a dire, presentando il proprio “Laudario alla Vergine”, padre David Maria Turoldo, figura di spicco a livello intellettuale ed ecclesiale del secolo scorso. Uomo di fede, filosofo, poeta e scrittore, autore di testi memorabili in campo spirituale e sociale. Forse poco noti al grande pubblico – ma non per questo meno importanti, anzi – i suoi inni liturgici: proprio da qui è partito Mauro Manzoni, docente di religione cattolica e sindaco di Varenna, nell’analisi che lo ha spinto a comporre “L’innario turoldiano. La fede cantata dal poeta David Maria Turoldo”, libro pubblicato lo scorso anno dalla casa editrice Àncora.
I«Una produzione poco approfondita a livello di ricerca, nella quale tuttavia si intrecciano i grandi amori di padre Turoldo. Ossia la liturgia cristiana, la teologia e la poesia, illuminata dagli studi teologici alla scuola di Gustavo Bontadini», il commento dell’autore, ospite nei giorni scorsi a Sondrio per la presentazione del volume. Una serata di spessore, proposta nel salone parrocchiale della Beata Vergine del Rosario, introdotta da Aldo Cottica e da Ennio Galanga: è stato proprio quest’ultimo a tracciare un profilo biografico del servita friulano, ricordando anche il rapporto d’amicizia che lo stesso aveva con il tiranese padre Camillo de Piàz, nonché la permanenza al santuario della Madonna di Tirano, retto proprio dai Servi di Maria tra il 1923 e il 1975.
Ne “L’innario turoldiano”, Manzoni passa in rassegna gli inni liturgici composti da padre David Maria anche prima della riforma del Concilio Vaticano II. Un patrimonio quasi sterminato, se si considera il lavoro compiuto dal religioso: un modo nuovo – ma, allo stesso tempo, perfetta- La copert mente nel solco della tradizione della Chiesa, se si pensa alla forma dell’inno – per valorizzare i contenuti biblici. «Nella sua chiesa di Fontanella, nel comune di Sotto il Monte Giovanni XXIII, padre Turoldo ha composto gran parte dei propri inni: le sue liriche hanno una bellezza straordinaria, con immagini che aiutano i fedeli nella comprensione del testo sacro». Naturalmente, «non tutta la produzione – ha spiegato l’autore – è della stessa qualità: nella mia analisi, ho scelto di soffermarmi sui testi a mio avviso più belli, ossia quelli di Avvento, di Natale e delle feste della Beata Vergine Maria». Per Manzoni, «padre David Maria è riuscito a comporre inni così profondi in virtù soprattutto del suo essere poeta». Aspetto – questo – che gli ha permesso di elevare alla massima potenza la profondità della fede. Quelli di Turoldo «sono testi cronologicamente lontani da noi (il religioso è morto nel 1992, ndr), ma ancora molto attuali, se pensiamo alle riflessioni sulla pace in un mondo in subbuglio. Lo stesso vale per la produzione liturgica, dalle molteplici traduzioni in italiano dei salmi fino, appunto, agli inni: il desiderio di fondo di avvicinare anche i più lontani alla fede, utilizzando la bellezza quale canale privilegiato, è tra le più grandi eredità che possiamo dire di aver ricevuto da padre David Maria», ha evidenziato. Davvero, «a mio avviso, mai come oggi i testi di padre Turoldo rappresentano il modo migliore per avvicinare le persone del nostro tempo ad assaporare di più la bellezza della liturgia, aspetto personale e di condivisione comunitaria», anche grazie alla musica, componente fondamentale della produzione innografica.
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