Cultura e Spettacoli / Lecco città
Giovedì 12 Dicembre 2013
Lecco, il pathos delle note
nel concerto di Saule Kilaite
Lecco
Il suono avvolgente e carico di pathos del violino si sposa alla danza conturbante; il palco è trasformato nella stazione di un viaggio senza fine, che non conosce limiti di tempo e spazio.
Continuo divenire, attinge a piene mani dalle tradizioni musicali, canore, letterarie dei popoli di tutte le latitudini. È speciale il concerto di Natale in programma domani, venerdì, al teatro Cenacolo Francescano di Lecco (Piazza Cappuccini 3; info: 0341.372329 – teatrocenacolofrancescano.it).
Saule Kilaite, violista di origini lituane, porta in scena lo spettacolo “Andando, Vivendo”, accompagnata dalla sua “Orchestra Invisibile” e dalla complicità artistica della “Compagnia TraBallante” di danze popolari. Lo show del regista Charly Cartisano è un happening multimediale, completato dalle video-scenografie realizzate da Roland Tapì. Il concerto è a favore di E.L.O. (Epilessia Lombardia Onlus) di Lecco.
“Andando, Vivendo” è uno spettacolo riuscitissimo: lo portate in giro per l’Europa da quattro anni.
Siamo oltre le 500 rappresentazioni. Si tratta di un viaggio musicale intorno al mondo, che mescola musica classica dei grandi autori come Bach e Vivaldi, danze popolari delle tradizioni ebraica, russa, irlandese, e colonne sonore d’autore come quelle di Ennio Morricone. Un compendio di arti, dalla musica alla letteratura al video al teatro, sincronizzate ai brani che eseguiamo.
Come nasce questo spettacolo?
È una diretta emanazione dal mio progetto solista, “Violin Performance” per violino solista, creato nel 2005 per unire la classica alla moderna e ottenere un prodotto particolare. Ciò di cui sono veramente contenta è di essere stata una delle prime a creare qualcosa di simile, insieme a Luciano Pavarotti - si pensi al “Pavarotti & Friends” - e Giovanni Allevi. Qualcuno mi ha accusata di voler commercializzare l’arte. Io gli rispondo sostenendo che tutto cambia nella vita: oggi non ci sono più i piccioni viaggiatori ma le e-mail. Cambiano i linguaggi. Deve cambiare anche la musica, che necessita di essere aggiornata con un lavoro di ricerca. Non possiamo rimanere fermi ai secoli che sono passati.
Qual è il tema dello show?
Il viaggio, senza dubbio, in tutte le sue declinazioni. Mi piace pensare che il viaggio possa essere compiuto in solitaria, ma che quando si è accompagnati lungo il cammino l’esperienza sia ancora più bella. E così, quando salgo sul palco, lo faccio con i ballerini della compagnia “TraBallante”. Hanno creato scenografie influenzate dalle tradizioni dei popoli ebraici e irlandesi.
Diversi stili musicali che spaziano dal Settecento a oggi: ce n’è uno prevalente?
Non direi. Quello di venerdì non sarà né un concerto di musica classica, né pop-rock, ma un misto. In particolare, per avvicinarci il più possibile alla sensibilità del pubblico giovane, che quando sente parlare di classica scappa (sorride, ndr), gli arrangiamenti messi a punto dall’“Orchestra Invisibile” sono pensati per loro. Prevarrà un gusto moderno.
Cos’è l’Orchestra Invisibile?
Spesso me lo chiedono. Beh, è pensata per realizzare questo tipo di show. Sarebbe bello viaggiare ed esibirmi nei teatri con un ensemble ricco di elementi, ma sul palco tra musicisti e ballerini sarebbe un delirio. Abbiamo quindi pensato a questo progetto, con tutte le basi registrate in studio creando, appunto, un’orchestra che si sente, ma non si vede. È invisibile ma mi accompagna sempre. In studio nascono dei vestiti. Ovvero, partendo da melodie, spesso famose, che sono come un corpo nudo e crudo, disegniamo l’abito migliore. Arrangiare è come rivestire un corpo.
Avete pensato a qualcosa di speciale per arricchire il concerto al Cenacolo Francescano?
Ci sarà un ospite, lo spagnolo Marino Delgado Rivilla, primo clarinettista dell’Orchestra 1813 di Como, con il quale farò un duetto; e, dato il periodo, un’atmosfera creata ad hoc con alcuni brani natalizi. Non mancherà l’interazione con il pubblico, chiamato a diventare protagonista… Mi piace molto muovermi e guardare negli occhi la gente che è venuta per la nostra performance. Ma non voglio svelare altro, lo vedrete venerdì sera.
Oltre a essere una violinista famosa nel mondo, ha da poco pubblicato un libro. Parla sempre di musica?
“Diario di un violino” (editore da 5ArtLab, ndr) è il mio debutto in veste di scrittrice. Racconta il lunghissimo viaggio di un violino, strumento longevo, che può “vivere” anche 400 anni e passare di mano in mano in questo arco temporale. Nel mio romanzo c’è un violino che passa da Vivaldi a Paganini e arriva a nostri giorni… ma non mi spingo oltre nell’anticipare il contenuto. Aggiungo solo che da quest’atmosfera prende le mosse anche il mio quarto disco, che sarà interamente ispirato alla letteratura. Tornerà anche il tema del viaggio, che è quanto di più prossimo alla vita di un artista.
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