Cultura e Spettacoli / Lecco città
Domenica 10 Febbraio 2013
Lecco, la mediocrità del potere
raccontata da Diderot
Un grande Silvio Orlando al Sociale in un'opera scritta nel 1700 ma aassolutamente attuale
Merito alla perfetta interpretazione di Silvio Orlando, nel ruolo del titolo, dell'adattamento del testo, dello stesso Orlando e di Edoardo Erba e della regia, sempre dell'attore napoletano, più volte premiato, anche con una coppa Volpi come migliore attore a Venezia nel 2008.
Uno spettacolo breve ma avvincente, nel quale la satira coglie bersagli che la platea riconosce e sembra condividere. È l'elogio della mediocrità. È il Salieri di Mozart, ma senza i sensi di colpa. Jean-François Rameau, nipote di Jean-Philippe Rameau, eccellente compositore musicale, organista ed autore drammatico, al Café de la Régence e di fronte a Diderot, si fa forte della propria mediocrità, ne è orgoglioso e se ne vanta come del suo lasciapassare nei palazzi del potere. Non c'è bisogno di nessuna attualizzazione. Gli attori - Amerigo Fontani come Diderot, Maria Laura Rondanini, cameriera al Café e il clavicembalista Simone Gullì - hanno costumi di scena, la parrucca (quella di Orlando uno sfacelo), stanno in una scenografia che riproduce la sala del Cafè.
Ma quando parlano della società contemporanea, di borghesi che si circondano di adulatori e parassiti, di ricchi che spendono le loro ricchezze per tenere a busta paga una corte dei miracoli pronta a servirli, vengono inevitabilmente alla mente altri interpreti della scena nazionale, terreno dove si hanno prove su prove del mix esplosivo formato dai "pregi" della mediocrità accompagnati da assenza di etica e mollezza spirituale.
Dice Rameau "fare il ruffiano è un mestiere considerato, e i politici lo sanno". Aggiunge che la prima cosa che farebbe, una volta ricco, sarebbe di circondarsi di "lecchini", sempre pronti a confermarlo nelle sue certezze. Ma meglio se più bassi di lui, e fra questi immaginari adulatori uno in particolare più basso degli altri. Sarà stato forse un po' malizioso ma il pubblico ha colto riferimenti alla nostra contemporaneità, alla cronaca, sortendone un effetto irresistibilmente comico. Bravo davvero Silvio Orlando, non per niente ha fatto "Il caimano".
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