Cultura e Spettacoli / Lecco città
Lunedì 03 Novembre 2014
Lecco, al Cenacolo francescano
un Don Giovanni da applausi
Il dramma giocoso di Mozart ha aperto l’edizione di “Lecco Lirica”
Con il Don Giovanni, dramma giocoso in due atti di Mozart, il Cenacolo Francescano di Lecco ha aperto l’edizione 2014-2015 di “Lecco Lirica”.
Sul palco, le voci di Walter Franceschini (basso - Don Giovanni), di Tiziana Scaciga Della Silva (soprano - Donna Anna), di Enrico Giovagnoli (tenore - Don Ottavio), di Angela Alesci (soprano - Donna Elvira), di Enrico Maria Marabelli (baritono - Leporello), di Valerio Sgargi (baritono - Masetto), di Francesca Carli (soprano - Zerlina) e di Walter Rubboli (basso - Commendatore)
È toccato quindi a Walter Franceschini, con un piglio da cantante consumato, far rivivere le avventure (e le disavventure) amorose dell’amante più pressante, più sfacciato, cinico e indomito, che la letteratura europea abbia mai creato: il nobile cavaliere Don Giovanni.
Solo un musicista geniale e coraggioso come Mozart e un librettista intelligente come Da Ponte, potevano portare in scena, nel 1787, in Europa, di fronte alla nobiltà seduta nei palchetti del teatro, un servitore come Leporello che esordisce cantando: “Voglio fare il gentiluomo, / e non voglio più servir...”, o personaggi che per ben due volte cantano: “Viva la libertà”.
Con il Don Giovanni, Mozart, con due anni di anticipo rispetto agli accadimenti storici, mette in scena la... Rivoluzione Francese, quella rivoluzione che ha spazzato via la nobiltà e segnato l’avvento della borghesia.
Negli inferi, assieme a Don Giovanni, Mozart fa sprofondare un intero mondo costruito sulla nobiltà di sangue, sui privilegi di casta, sulle ricchezze ereditate, sui blasoni. Ma le cose, con Mozart, non sono mai semplici, e il suo Don Giovanni, quello che viene trascinato all’inferno dalla statua del Commendatore, non si pente, e le sue malefatte non le considera neppure tali. Quando Leporello, all’inizio del secondo atto, lo accusa di ingannare tutte le donne, egli, serafico, risponde: “è tutto amore. / Chi a una sola è fedele / verso l’altre è crudele; / io, che in me sento / sì esteso sentimento, / vo’ bene a tutte quante: / le donne poi che calcolar non sanno, / il mio buon natural chiamano inganno”.
Ma non basta. Mozart sembra suggerire che le donne Elvire, le donne Anna, i servitori come Leporello, pure i contadini come Masetto e Zerlina, che nell’ultima scena, prima che cali il sipario, fanno “la morale” sottolineando come la sua morte rappresenti la giusta punizione per una vita spesa nel male, in realtà si sentono attratti da un personaggio così trasgressivo.
Il prossimo appuntamento con Lecco Lirica è fissato per domenica 30 novembre alle ore 15,30. In programma, l’operetta viennese “La Principessa della Czarda” di Emmerich Kálmán.
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