Le vette valtellinesi viste con gli occhi di Paolo Punzo, inaugurata la mostra al Mvsa

Le vette valtellinesi immortalate con sapienza e viste con gli occhi di uno straordinario artista, “il pittore della montagna”, come è stato definito. Ma, accanto, anche una riflessione sul climate change, protagonista potente e inquietante della mostra «Paolo Punzo. Montagne in Lombardia», inaugurata venerdì al Museo valtellinese di storia e arte.

Sondrio è la tappa conclusiva di un progetto espositivo articolato, ideato dall’agenzia di comunicazione Welcome di Bergamo, che da fine 2022 ha visto la mostra toccare diverse tappe: Lecco, Milano (Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale della Lombardia), Erba e Bergamo. A comporre la mostra è un’ampia selezione di circa 70 opere provenienti da collezioni private realizzate dall’artista Paolo Punzo (Bergamo 1906-1979), particolarmente legato ai paesaggi alpini della Valtellina e della Valchiavenna. Autodidatta, cresciuto nel Cai, Punzo dipinge spesso en plein air, scalando le cime con tavolozza e colori per restituire nelle sue tele i profili delle rocce, i riflessi della luce sui nevai e quel paesaggismo epico caratterizzato da un’ispirazione sincera e una spontaneità esecutiva che lo allontano da ogni retorica legata alla montagna.

«I quadri di Punzo ritraggono le principali cime lombarde con l’entusiasmo dell’alpinista – spiega Giorgio Cortella di Welcome, curatore della mostra - affondando le sue radici nel realismo lombardo ma liberandolo da ogni retorica accademica e restituendoci l’immagine vibrante e materica di un paesaggio incantato. E di questo paesaggio sono soprattutto le montagne della provincia di Sondrio ad essere le protagoniste assolute»,.

Il percorso espositivo è anche l’occasione per una riflessione sul climate change, sviluppata in collaborazione con la Fondazione Lombardia per l’ambiente (FLA). Sono infatti esposte, in dialogo con le opere del pittore, alcune immagini fotografiche contemporanee realizzate da Alberto Locatelli che ritraggono le medesime cime dipinte, testimoniando l’inesorabile arretramento dei ghiacciai e delle linee delle nevicate. «Questa mostra è un’occasione per ripensare al significato ecologico, economico e culturale che rivestono le montagne per noi tutti e per questo motivo la Fondazione partecipa a questa iniziativa, al fine di incentivare una maggiore consapevolezza su questi temi cruciali», sottolinea il presidente della FLA Matteo Fumagalli.

Ad impreziosire ulteriormente la proposta culturale la contemporanea di una ricca collezione di bronzi e legni “da camera” che spaziano dal 1500 al 1900, riproducenti la fauna che vive nell’arco alpino e molti degli animali che hanno rappresentato per secoli il primo sostentamento delle popolazioni qui insediate. «È una scelta innovativa che tende una volta di più a sottolineare come, quando si parla di montagna, ci si riferisce ad un habitat complesso, dove l’uomo deve imparare a convivere – spiega ancora Giorgio Cortella -. Per altro, avendolo già sperimentato in altre tappe del percorso espositivo, sarà un’opportunità soprattutto per i più piccoli per accostarsi alla natura attraverso l’arte».

La mostra è stata realizzata con il contributo di Banca Popolare di Sondrio (Main partner) e di Impresa Rigamonti (Gold partner). Altri partner sono: Cantina La Spia, Dario Stazzonelli Vignaiolo ed Editoria Grafica Colombo.

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