Lanzada, numeri da record per la sagra di Vetto

C’è grande soddisfazione nelle fila dei volontari dell’Associazione sagra di Vetto per l’ottimo risultato dell’edizione numero 17 della sagra lanzadese. E non solo, perché, ormai, la Sagra di Vetto è andata ben oltre Vetto, Lanzada, e gli altri paesi della Valmalenco, tenuto conto che annovera volontari anche fra i villeggianti e affezionati della località che la raggiungono per aiutare le persone del posto nell’allestimento.

«Abbiamo superato per la prima volta i numeri pre Covid e questo è motivo di grande soddisfazione per tutti noi - dice Mario Masa, membro del direttivo dell’associazione, storico della sagra e responsabile della logistica e degli approvvigionamenti -. Non so dire quante persone sono salite a Vetto, sabato sera, per la sagra, perché è impossibile quantificarle, però so che tutto quello che avevamo acquistato è stato consumato. Nulla è stato avanzato e questo significa sia che sono arrivate tantissime persone sia che gli acquisti sono stati fatti in modo corretto ed oculato e questo ci soddisfa, perché non ci piace che il cibo vada sprecato. A titolo di esempio, su 90 torte interamente confezionate da persone del posto, ne sono avanzate solo cinque, che sono pochissime, e che ci siamo seduti a mangiare noi, volontari, appena prima di iniziare le operazioni di sgombero di tutte le postazioni, intorno alla mezzanotte».

Da alcuni anni a questa parte, infatti, la Sagra di Vetto chiude i battenti alle 24 in modo da permettere ai volontari di iniziare subito con la pulizia e il ripristino dei luoghi. «Teniamo molto a che, l’indomani mattina, alle 8, Vetto torni nella disponibilità dei residenti come lo è sempre, bello e pulito nella sua semplicità - dice Mario Masa - e anche quest’anno è andata così».

I 220 volontari del sodalizio e simpatizzanti, infatti, dopo aver allestito le 17 postazioni e servito tutte le pietanze in menù, hanno iniziato con lo sgombero e la pulizia, ma le cifre fornite da chi la sagra l’ha toccata con mano sono impressionanti.

«Posso dire che abbiamo servito 1500 salsicce, 950 porzioni di taroz, 900 di gnocchi fatti col cucchiaio, 400 porzioni di pesce, trota per la precisione, e che, per confezionare gli sciatt - dice sempre Masa - ci siamo prodotti in 25 chili di pastella e utilizzato 10 forme di formaggio. Ancora, ottanta i chili di mele utilizzati per fare le mitiche frittelle, altra leccornia che piace tantissimo e, poi, ancora, abbiamo acquistato e venduto 40 chili di mirtilli, come dolce, unitamente a 50 chili di gelato. E devo dire che c’è sempre chi chiede anche le frittelle di menta, meno gettonate di quelle di mele, ma se non ci fossero qualcuno ci resterebbe sicuramente male».

Ad aprire la manifestazione è stato il sindaco del posto, Marco Negrini, che ha elogiato quanti si adoperano da anni per la buona riuscita della sagra, e, presenti anche 10 studenti del corso di Informatica dell’Itis di Sondrio, con i loro prof, fra cui Rino Masa, del posto, i quali hanno messo a punto, in classe, uno strumento innovativo di pagamento con card introdotto in via sperimentale su tutte le postazioni. In pratica gli avventori pagavano e ottenevano il ticket corrispondente al piatto scelto, sulla singola postazione, però, al contempo, il passaggio era censito anche con card. «Tutto sommato la cosa ha funzionato senza grossi intoppi - dice Rino Masa - anche se va perfezionata e la perfezioneremo. Sarebbe bello arrivare ad attuarla e sostituire questa metodica alla consegna dei bigliettini-ticket».

Un enorme grazie va da tutto il direttivo, col presidente Alessandro Bontempi, i vice Luca Masa e Matteo Nana, il tesoriere Laura Polattini, la segretaria Alessandra Bergomi, i consiglieri Mario Bergomi, Valentina Bergomi, Giulio Bergomi, Mario Masa, Rino Masa, Arianna Parolini, Linda Salvetti e Giovanni Rossi, anche a tutti coloro che hanno garantito i trasporti navetta dai parcheggi di Vassalini, fra Sportiva Lanzada, Polisportiva Valmalenco e Gruppi Alpini della Valmalenco, dopodiché, quanto raccolto con la sagra, in parte servirà all’Associazione ad autosostentarsi in parte andrà per il recupero dell’oratorio di Vetto.

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