Cultura e Spettacoli / Valsassina
Martedì 07 Aprile 2020
«La mia Valsassina sempre nel cuore
Ripartiremo insieme da questo paradiso»
Francesco Villa, il “Franz” del duo comico con “Ale”
«Questi monti sono eccezionali. Impariamo ad apprezzarli di più»
La tirannia del coronavirus impone la distanza telefonica. Eppure basta nominargli la Valsassina, e il sorriso che spunta sulle sue labbra lo si vede illuminargli il viso anche senza bisogno degli occhi.
«Il mio rapporto con questi monti è nato fin da quando ero bambino - ricorda - perché i miei genitori venivano in villeggiatura a Barzio. In Valsassina vengo da quando sono nato, da cinquantatré anni. È un luogo a cui sono molto legato».
Chi parla è il milanese Francesco Villa, classe 1967. Il grande pubblico lo conosce semplicemente come Franz: quel “Franz” che, in combutta con il compagno di risate “Ale” (al secolo Alessandro Besentini, anche lui milanese), dal 1995 forma una delle coppie comiche più travolgenti d’Italia.
Di carattere schivo e riservato al di fuori delle scene, quando parla delle vette lecchesi si apre senza riserve.
«Quando arrivo a Ballabio, esco dalla galleria e vedo le montagne, mi scatta dentro qualcosa – afferma Franz –Vivo lo star bene, l’affetto per la gente. Ho tanti amici cari nella valle, che rappresenta una risorsa eccezionale, ad una distanza così comoda dalla città. Ci sono tanti posti dove fare camminate, stare all’aria aperta, dove non manca niente. C’è il lago vicino, ci sono i rifugi, da quelli di Artavaggio e dei Pian di Bobbio, alla Grassi. È un posto meraviglioso dove posso riprendermi».
«Quando scatto qualche foto e la faccio vedere agli amici la domanda è: “Ma dov’è questo posto? È all’estero?” - racconta Franz - Faccio vedere il rifugio Nicola di Artavaggio in veste invernale e mi chiedono se è in Germania o in Austria. “È qui”, rispondo. È solo questione di tempo per iniziare a valorizzare di più le nostre valli. Se voglio fare un giro, posso scappare in posti che sono così meravigliosamente vicini. Lancio un appello: fate uno sforzo, girate le nostre valli».
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