La Grande Guerra, le foto dei luoghi
in mostra a Teglio

A Palazzo Besta Le fotografie di Alessio Franconi che si è recato sul fronte tra Italia, Austria e Slovenia

Con questa nuova mostra, «il museo assolve ad uno dei suoi compiti fondamentali, quello di fare memoria alimentando la riflessione. Nello stesso tempo però, seguendo una delle caratteristiche inscritte nel Dna di palazzo Besta, spinge il visitatore ad uscire dalle sale per riscoprire in incontri diretti e ravvicinati le tracce vive di ciò che nel museo è sistematizzato e spiegato».

Fino al 30 ottobre

Così Emanuela Daffra, direttore regionale dei Musei della Lombardia, nell’annunciare la mostra che, oggi pomeriggio, alle 16. verrà inaugurata al museo di palazzo Besta.

“Si combatteva Qui! 1914-1918 Sulle orme della Grande Guerra” questo il titolo dell’esposizione - patrocinata dalla Commissione Europea ed esposta sia in Italia che in Europa – che raccoglie le fotografie di Alessio Franconi. L’autore sarà presente al vernissage per raccontare cosa lo abbia spinto ad affrontare vette vertiginose e paesaggi cristallizzati nel gelo per compiere questo reportage.

Si tratta di una mostra – aperta fino al 30 ottobre - che racconta la Grande Guerra attraverso i luoghi dei combattimenti. Palazzo Besta ospiterà una selezione di scatti relativi al fronte italo-austroungarico delle Alpi. Nata con lo scopo di ricordare le sofferenze di chi ebbe a combattere quella Guerra e di non dimenticarne i costi in termini di sacrifici umani, l’allestimento intende far riflettere sul valore della pace e sull’azione dell’Unione Europea che da oltre 70 anni opera per prevenire nuovi conflitti armati entro i propri confini.

Per l’autore del reportage fotografico, il lavoro portato avanti è stato un «insegnamento di vita, un percorso introspettivo verso una maggior comprensione del mondo contemporaneo». Franconi non nega che osservare dal vivo i luoghi della Grande Guerra sia stata «un’esperienza faticosa e dolorosa dal momento in cui ancora si possono vedere le ossa sparse sui campi di battaglia». L’autore si è recato lungo tutto l’arco alpino dalla Slovenia all’Italia e all’Austria lungo quello che fu il fronte italo–austroungarico della prima guerra mondiale, raggiungendo campi di battaglia a oltre 3000 metri di quota. Nel 2017, con una lunga e delicata missione fotografica, ha attraversato i Monti Carpazi, per ricordare il dimenticato fronte orientale raggiungendo l’Ungheria, l’Ucraina, la Polonia, la Slovacchia e la Repubblica Ceca.

Il filo di collegamento con la Valtellina viene ricordato da Giuseppina Di Gangi, direttore di palazzo Besta, visto che la mostra ricorda le imprese dei soldati che combatterono la Guerra Bianca anche sui massicci della Valtellina.

Condizioni estreme

«Lì le condizioni climatiche estreme, talvolta di ghiaccio perenne, hanno reso estremamente difficile la vita dei soldati al fronte, ma hanno anche favorito la conservazione di manufatti, postazioni, camminamenti – afferma -. Sarà un’occasione stimolante per i visitatori del museo che, attraverso la documentazione fotografica di questi segni ancora oggi leggibili, potranno riscoprire le tracce indelebili che la storia ha lasciato sul territorio; un racconto fatto di testimonianze del passato che al tempo stesso ci ammonisce sul futuro». Gli orari estivi di visita al museo sono da mercoledì a domenica dalle 10,30 alle 12,45 e dalle 14,15 alle 16,45.

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