Intelligenza artificiale, «riconoscere
le qualità irriducibili dell’umano»

A Merate la presentazione del libro “Umano, poco umano” di Mauro Crippa e Giuseppe Girgenti, protagonisti della serata organizzata dalla Fondazione Costruiamo il futuro

Con l’avvento dell’Ai, intelligenza artificiale, c’è il rischio che quella umana perda le sue caratteristiche peculiari. È il messaggio che hanno lanciato Mauro Crippa e Giuseppe Girgenti, protagonisti della serata organizzata dalla Fondazione Costruiamo il futuro, ieri a Merate.

Nel presentare il loro libro, intitolato “Umano, poco umano”, gli autori hanno avvertito che il rischio non è che l’Ai diventi come l’intelligenza umana, ma che quest’ultima perda le sue caratteristiche uniche, appiattendosi sull’Ai. Per resistere all’impatto, è fondamentale riconoscere le qualità irriducibili dell’umano rispetto al tecnologico, poiché le lesioni ai nostri nessi cognitivi e alla comprensione del reale sono già profonde.

Crippa e Girgenti hanno unito le forze per creare «Esercizi spirituali contro l’intelligenza artificiale», che esplora il pensiero di grandi autori della classicità e della tradizione cristiana. Questi esercizi, integrati da riflessioni sull’intelligenza artificiate, sono stati presentati nel corso della serata durante la quale si è potuto ascoltare anche l’intervento del segretario generale del Censis, Giorgio De Rita.

Il presidente della Fondazione, Maurizio Lupi, ha evidenziato che l’intelligenza artificiale rappresenta una sfida affascinante e rischiosa, trasversale a ogni settore dell’agire umano. È necessario lavorare insieme affinché i suoi sviluppi portino a un benessere diffuso, mettendo a disposizione di tutti gli strumenti per non essere lasciati indietro.

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