Cultura e Spettacoli / Sondrio e cintura
Venerdì 02 Agosto 2013
Il treno parte in ritardo
Ma è carico di umanità
Il nuovo spettacolo di Occhi sulla sua esperienza di pendolare
Tanti personaggi che solamente a prima vista appaiono assurdi
«Si avvisano i signori viaggiatori che il treno partirà con dieci minuti di ritardo». La voce per eccellenza – quella che caratterizza tutte le stazioni ferroviarie dall’alto del suo altoparlante – avverte con queste parole gli spettatori che stavano per entrare nella sala del teatro Vittoria di Ponte in Valtellina martedì sera.
Il treno-spettacolo parte davvero con qualche minuto di ritardo come sempre succede e sul palco entra Giacomo Occhi, giovane ventunenne che frequenta l’Accademia d’arte drammatica Nico Pepe di Udine, originario di Bormio (gli amici dell’Alta Valle scesi per vederlo sono tanti).
Il nuovo spettacolo di Occhi, ospite del Teglio Teatro Festival Valtellina, nasce proprio dalla sua esperienza di viaggiatore Milano-Udine fra treni e stazioni, fra un’umanità di persone e personaggi che a prima vista paiono assurdi, ma chea ben guardare tanto fuori dalla norma non sono.
Apre e chiude ciclicamente la rappresentazione l’uomo delle pulizie canticchiando “Me compare Giacometto”, all’interno della quale si alternano caricature che evidenziano la bravura e la velocità di Occhi nel vestire panni diversi in pochi minuti.
C’è lo straniero che vende i fiori per strada, ma «che nessuno compra e tutti quanti insultano», c’è lo «omino pauroso» con il tic singolare di baciarsi il dito, che si muove con un manuale di comportamento e scrive una lettera a Dio perché è pieno di paura del progresso, della morte, degli altri e dei diversi.
Simpatica anche la scena dei falsi disabili che gabbano la società per non lavorare, fa ridere di gusto il pubblico l’interpretazione di un vecchietto che si attacca alla cornetta del telefono per pagare una bolletta salvo intavolare una seduta psicologia con la voce del call center. La scenografia dell’intero spettacolo, forse, potrebbe essere più simbolica ed essenziale. Ma la scena più riuscita e poetica è senz’altro quella dell’uomo che vende idee.
Occhi si presenta sul palco con un carretto con la bicicletta, di quelli di una volta, sul quale accende tante lampadine quante sono le idee, perché bisogna averne tante per evitare l’appiattimento. «Il rispetto per le idee degli altri» è un’idea «fuori commercio» oggi purtroppo.
Giacomo, camaleontico, si muove sul palco con disinvoltura e con altrettanta sicurezza interpreta i personaggi che ha scelto di raccontare in questa “Rivoluzione stazionaria”, titolo dello spettacolo che presuppone un cambiamento che ad ora staziona soltanto. Applausi per il giovane attore che ora aspettiamo di vedere in un ruolo drammatico.
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