Cultura e Spettacoli / Sondrio e cintura
Venerdì 02 Marzo 2018
Il progetto?Una sfida, in montagna doppia
L’architetto ticinese Mario Botta ospite ieri dell’incontro organizzato dall’Ordine provinciale. «Un luogo porta con sé non soltanto la componente geografica, ma anche la memoria, la tradizione e la cultura»
Per ogni suo progetto un architetto deve affrontare varie sfide legate a vari aspetti come le esigenze della “committenza”, le caratteristiche del territorio e il giusto equilibrio tra rispetto della tradizione e inserimento di elementi di modernità: tutte queste sfide, viste le sue peculiari caratteristiche, sono amplificate nel territorio montano. Ne ha parlato ieri, in una sala Besta della Banca Popolare di Sondrio davvero gremita, l’architetto ticinese Mario Botta nell’incontro organizzato dall’Ordine degli architetti della provincia di Sondrio e denominato “Costruire le Alpi tra memoria e contemporaneità”. «Costruire in montagna - ha sottolineato Mario Botta che, nei suoi 50 anni di carriera ha al suo attivo progetti prestigiosi in tutto il mondo come il Moma di San Francisco e la ristrutturazione del Teatro alla Scala di Milano solo per fare un paio di esempi - è per me un modo quotidiano di relazionarsi a un territorio amico. L’architettura è il rapporto che si riesce a stabilire tra il manufatto e il territorio. Un luogo porta con sé non soltanto la componente geografica, ma anche la memoria, la tradizione e la cultura e il territorio è parte integrante del fatto architettonico».
Affermazioni, quelle di Mario Botta che valgono in ogni contesto, ma che in un territorio montano assumono ancora maggior valore e significato: «La montagna - ha infatti proseguito l’architetto ticinese - ha in questo senso una connotazione più forte per la potenza e la grandezza con cui l’architetto è chiamato a confrontarsi. Anche l’opera architettonica, dunque, deve essere più forte: costruire in montagna è più bello e stimolante visto che si affrontano problemi normalmente non presenti».
Nel corso dell’incontro, poi, Mario Botta ha illustrato alla platea vari suoi progetti realizzati per l’appunto in territorio montano e alpino: dalla chiesa di San Giovanni Battista a Mogno, alla torre di Mauron, fino al centro benessere di un hotel ad Arosa, al di là della diversa destinazione d’uso degli edifici progettati e realizzati, il filo conduttore è sempre stato quello di «interpretare la potenza della montagna, trasformando la varie esigenze in valore architettonico». Un’interpretazione che, come ha precisato sempre Mario Botta, spesso asseconda le linee e le caratteristiche del territorio nel quale la costruzione va a inserirsi, ma che può anche presupporre «un contrasto tra l’andamento organico della natura e le forme razionali pensate dall’uomo».
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