Il favoloso mondo di Lodovica Cima
«Scrivo per il gusto dei ragazzi»

Oltre 200 libri e più di trent’anni di attività nel mondo dell’editoria: Cima, lecchese ma di casa a Milano, scrive libri per bambini e ragazzi e ha fondato nel 2017 la casa editrice Pelle d’Oca, specializzata in storie da brivido. Ieri sera l’intervista speciale su Unica Tv per conoscere le novità del settore e i gusti dei giovani lettori

Oltre 200 libri e più di trent’anni di attività nel mondo dell’editoria. Lodovica Cima, lecchese ma di casa a Milano, scrive libri per bambini e ragazzi e ha fondato nel 2017 la casa editrice Pelle d’Oca, specializzata in storie da brivido. Ieri sera l’intervista speciale su Unica Tv per conoscere le novità del settore e i gusti dei giovani lettori.

Come nascono le sue storie? «Ogni fascia di età richiede un approccio diverso, quindi collaboro con uno psicologo dell’età evolutiva. Le idee arrivano quando meno te lo aspetti. Due dei miei libri sono nati in treno prendendo spunto da frasi sentite per caso. Con me ho sempre un taccuino dove annoto ciò che mi colpisce».

“Sylvie sogni di seta” è il titolo del suo ultimo libro. Che cosa ci racconta? «E’ la storia di due ragazze con la passione per la moda. Una che vive nella Milano di oggi e una in quella degli anni ’30. Due giovani coraggiose che aspirano a diventare delle professioniste dello stile».

Si dice che ci siano più scrittori che lettori. I giovani leggono poco? «In Italia solo il 47% delle persone legge almeno un libro in un anno. Però i ragazzi in percentuale sono i lettori più forti. Per quanto riguarda gli scrittori, nella mia casa editrice arrivano 1200 proposte all’anno. Tra queste, solo una valutabile».

Quali sono le letture che più piacciono agli adolescenti? «Gli immaginari delle nuove generazioni sono contaminati dalle serie televisive. Quello delle graphic novel, per esempio, è un linguaggio adatto a chi non riesce ad immergersi naturalmente nella lettura. In questi anni assistiamo ad un cambiamento del linguaggio nel mondo dei giovani. Un linguaggio contaminato da termini che vengono dal mondo dei Social Network. La letteratura si sta adeguando a questo linguaggio? La letteratura è un’arte in evoluzione. Non posso scrivere un’opera in slang, ma posso essere più moderna. La cosa più rivoluzionaria di questi anni è la modificazione della punteggiatura e la gestione dello spazio. Lo spazio bianco, per esempio, ha un significato molto importante».

Questione politically correct. Ultimamente i testi di Roald Dahl sono stati modificati perchè contengono parole ritenute offensive come l’aggettivo inglese “fat” (grasso). Cosa ne pensa? «Roald Dahl non si tocca e va contestualizzato al suo periodo. Bisogna avere un’attenzione particolare per ciò che si scrive però il grottesco è importante per imparare prima a sognare, poi a desiderare e infine a progettare e sviluppare un pensiero critico».

Pelle d’Oca. Com’è nata questa coraggiosa idea? «Due amici mi hanno convinto, dopo 30 anni di lavoro nell’editoria. Ma prima di buttarmi ho studiato e ho scelto insieme ai miei soci un’idea precisa. In questi anni siamo arrivati in finale al Premio Strega tre volte e abbiamo vinto il premio Andersen per la miglior collana 2024 con “Occhi aperti”».

Ci lascia qualche consiglio di lettura? «Uno è un libro Pelle d’Oca che si chiama Dark Web, un giallo mozzafiato sul cyberbullismo. L’altro è di Silvia Bernardi: Il segreto del carillon».

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