“Il desiderio e l’altro”: la lezione
del filosofo Petrosino ha chiuso
a Lecco il Festival Treccani

L’ultima giornata del festival della Lingua Italiana ha confermato l’alto livello dei contenuti proposti. Si è cominciato con il magistrato Francesca Mariano, che ha dialogato con Rossella Ghigi su “Caduta e redenzione: donna, genere, mafia”

L’ultima giornata del festival Treccani della Lingua Italiana ha confermato l’alto livello dei contenuti proposti. Si è cominciato con il magistrato Francesca Mariano, che ha dialogato con Rossella Ghigi su “Caduta e redenzione: donna, genere, mafia”. Giudice penale a Lecce, la Mariano è sotto scorta dal 2023 dopo che ha disposto 22 arresti di presunti affiliati a un clan della Sacra Corona Unita, la mafia salentina. A partire dal suo romanzo “La scialletta rossa. Una donna di mafia” (Santelli editore), il magistrato ha innanzitutto precisato il motivo per cui scrive romanzi: «Chi come me è abituato a redigere sentenze, usa una scrittura che si avvicina a quella di un testo di narrativa. Solo che in quei casi ci si misura con il proprio fallimento, perché il processo arriva quando l’omicidio è già avvenuto. Invece, il metalinguaggio del romanzo permette di arrivare prima e se riesce a penetrare in qualche coscienza evita condotte illecite». Molto interessante è stata la riflessione sulle donne di mafia: «Le donne hanno conquistato ruoli sempre più importanti entro le gerarchie mafiose. A volte hanno un potere notevole, ma non sono libere, perché è un potere che ti stritola. Se un affiliato, uomo o donna che sia, vuole ribellarsi i casi sono due: o esce in una bara oppure si pente, è una scelta difficile ma possibile. Del resto, l’esistenza per un mafioso è comunque complicata, non ne ho mai conosciuto uno felice».

È seguito l’intervento di Rossella Ghigi, professoressa associata in Sociologia al Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, su “L’educazione di genere”. Una riflessione di grande efficacia che è stata molto apprezzata dal pubblico: «Un’educazione alla sessualità con un approccio di genere – ha spiegato la Ghigi – permette di lavorare sulle radici culturali della violenza di genere. Aiuta a distinguere tra amore e possesso, passione e violenza, gelosia e controllo, ma soprattutto tra virilità sopraffazione, femminilità e sottomissione. Se la scuola non parla di genere, di relazioni e sessualità, altri comunque lo faranno».

Ha concluso il festival il filosofo Silvano Petrosino, che ha proposto una riflessione pirotecnica su “Il desiderio e l’altro”. Professore ordinario di Filosofia teoretica all’Università Cattolica di Milano, Petrosino si è chiesto innanzitutto come mai ci sia una enorme presenza della violenza: «L’amore non è violenza, eppure per gli esseri umani la violenza è qualcosa di antropologicamente attraente. Come diceva Celine, se agli uomini non piacesse la guerra non la farebbero». Per il filosofo il desiderio è molto più della sessualità, così come non corrisponde al bisogno: «Il desiderio non ha una concreta traduzione, non c’è oggetto all’altezza del nostro desiderio per cui resta il mistero e lo sconcerto. L’unica possibilità che abbiamo è quella di educarci ad una mancanza che non può essere colmata». I ringraziamenti del sindaco Mauro Gattinoni, hanno chiuso una settima edizione del Festival Treccani di altissimo profilo.

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