Cultura e Spettacoli / Sondrio e cintura
Giovedì 20 Giugno 2024
I resti dell’antica Collegiata di Sondrio trovano casa al Mvsa
Concluso l’allestimento definitivo di ciò che resta dell’antica Collegiata di Sondrio nel cortile del Museo valtellinese di storia e arte. Sono stati presentati, in vicinanza della festa patronale dei santi Gervasio e Protasio, i pannelli con le didascalie dell’architrave della Collegiata, appena posizionati sulla parete del museo grazie al contributo degli Amici del Museo valtellinese di storia e arte.
«Si tratta dell’architrave e di due capitelli che fanno parte del portale dell’antica Collegiata, un portale gotico in senso lato, anche se probabilmente da collocarsi verso la fine del 1400 – spiega Angela Dell’Oca, direttrice del Mvsa dal 1984 al 2016 e che ha tenuto, nei giorni scorsi, una conferenza-itinerario fra le fonti relative alla parrocchiale cittadina -. Questi elementi sono quello che rimane sostanzialmente dell’antica Collegiata che viene più volte ristrutturata, ma, in particolare, viene rifatta quasi in toto da Pietro Ligari nei primi decenni del ’700. Quando risalga il primo nucleo della chiesa, invece, non lo sappiamo con esattezza, mentre troviamo la prima attestazione con il termine di parrocchia nel 1200».
Ma perché questi materiali si trovano ora al museo di Sondrio? «Quando sono stati smontati nel corso dell’Ottocento sono stati collocati provvisoriamente nell’Oratorio del Santissimo Sacramento, che era una chiesa adiacente alla Collegiata, demolito nel 1927 come anche la chiesa del Suffragio nel 1940 – risponde Dell’Oca -. Architrave e capitelli sono andati un po’ in giro finché Antonio Giussani, nel rifare e arricchire palazzo Pretorio, decide di fare un piccolo museo antiquario nel cortiletto e colloca questi elementi». Da lì arriveranno al museo in deposito con Giovanni Battista Gianoli fra il ’48 e il ’51. Al museo si trovano dal 1990 quando il Mvsa si è trasferito nell’attuale palazzo, ma sono stati collocati all’ingresso nel 2019 dopo il restauro condotto da Giorgio Baruta».
Ora l’ultima fase: la collocazione di tre pannelli di approfondimento con gli interventi di Giorgio Baruta sul restauro, riflessioni iconografiche di don Andrea Straffi direttore dell’Ufficio arte sacra e beni culturali della Diocesi di Como e la storia della Collegiata di Angela Dell’Oca.
«L’importanza di questo materiale è che rappresenta tutto ciò che rimane della Collegiata di quel periodo, prima della ricostruzione – afferma ancora Dell’Oca -. Magari c’è anche qualche elemento in Collegiata come l’acquasantiera di destra, in marmo bianco. Sicuramente quanto esposto all’ingresso del Mvsa non è tutto il portale, ma tre elementi di maggiore interesse architettonico. Degli altri, purtroppo, non sappiamo che fine abbiano fatto. Dunque un’importanza come memoria storica della nostra città».
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