«I miei arcipelaghi», a Morbegno la mostra fotografica di Luciano Vaninetti

Morbegno

Si tiene sino a giovedì 24 aprile la mostra dal titolo “I miei arcipelaghi e altre isole” firmata da Luciano Vaninetti, noto e amato professore di Cosio Valtellino che da qualche tempo si dedica con passione e ottimi risultati alla fotografia.In questo caso ha voluto portare la sue emozioni tradotte in immagini nella sala gialla della casa di riposo Ambrosetti Paravicini con ingresso libero. L’orario per visitarla è dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19 .

«Alle cinque del mattino il maggiordomo mi fa saltare nel letto con un botto strepitoso, è il vulcano che mi chiama, sono a Stromboli, come dentro un’avventura. La salita notturna verso il cratere sommitale del vulcano viene interrotta ad un certo punto per motivi di sicurezza. Il vulcano fiammeggia nella notte con continue piccole eruzioni, un nugolo di fotografi piazzati nel buio è in attesa dello scatto migliore». Questo è l’inizio della vacanza errabonda lungo tutte le sette isole dell’arcipelago delle Eolie, Stromboli, Panarea, Lipari, Vulcano, Salina, Filicudi e Alicudi, che Vaninetti racconta nella mostra morbegnese

. «Il mio amore per il mare, per gli arcipelaghi e per le isole viene alimentato annualmente – afferma Vaninetti - . L’isola più lontana delle Eolie è Alicudi, qui siamo nel regno della natura natura, del Mediterraneo com’era una volta, niente asfalto, niente macchine. Mi accodo ai muli che fanno servizio di trasporto che salgono lungo un sentiero acciottolato. Dopo le ultime case nascoste nella vegetazione si apre una montagna brulla con terrazzamenti a secco inghiottiti ormai dai cespugli. Un tempo i vigneti coprivano la collina, poi la viticoltura fu distrutta dalla filossera che spinse gli abitanti all’emigrazione».

Dopo le Eolie, tocca alle Egadi, Favignana, ricca di spiagge tutte raggiungibili in bicicletta. La Tonnara dei Florio, tra le più grandi del Mediterraneo, oggi è un museo. L’isola di Marettimo che offre paesaggi che ricordano le Dolomiti, la salita al Pizzo Falcone per poi scendere verso Punta Troia dove sorge il Castello costruito dai saraceni. Quindi Levanzo, «piccolo gioiello da girare a piedi. Nel pianoro che la sovrasta un tempo i Florio producevano più vino che a Marsala». Da qui alle Pelagie, Linosa e Lampedusa, il passo, anzi il mare è breve.

«Linosa regala escursioni sui suoi vulcani spenti, consigliabile anche il noleggio della moto per vagabondare in libertà. Un’uscita al tramonto vi darà una soddisfazione infinita quando le Berte, al loro rientro dalle coste africane, si fermano a riposare davanti all’isola con dei canti suadenti e ipnotici che vi rimandano a Ulisse». Sosta anche a Lampedusa, isola senza alberi, dal paesaggio africano, porta aperta e pericolosissima alle odissee dei migranti. «L’esperienza e le emozioni provate tra Porto Santo e Madeira chissà se sono percepibili dalle mie fotografie. Di sicuro il trekking sull’oceano, percorrendo la Ponta de Sao Laurenzo, offre visioni indimenticabili tra vento, sentieri a strapiombo su costiere dirupate e burrascose dove il vento impera incontrastato».

L’anno scorso Vaninetti o completato le esplorazioni del Canale di Sicilia con due settimane a Pantelleria. «Un’isola che t’innamora con paesaggi selvaggi, spiagge laviche piene di vento, luoghi archeologici unici, pieni di storia e preistoria. Le colture agricole ti lasciano stupefatto, tra ulivi striscianti, vite ad alberello, capperi e giardini panteschi che proteggono dal vento la crescita dei limoni e degli aranci. L’ agricoltura dell’isola si può definire eroica, il nome Pantelleria, deriva dall’arabo Bent-el-Rhia che significa Figlia del Vento».

Nella mostra si troveranno poi degli scatti relativi a Ponza con i suoi repentini cambi di luce. Infine Santorini e di Milos, solo pochi scatti, un piccolo omaggio alle isole greche piene di fascino e di pathos. Anche la Graciosa, piccola isola delle Canarie ha uno scatto che la celebra. «Si tratta – conclude il fotografo - di una piccola rassegna per chi ama il mare e il nostro Mediterraneo che ti cattura con il suo fascino antico e irripetibile. Buona mostra allora ai visitatori, attenti all’aria piena di vento che profuma di mare».

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