Ha preso il via il festival “Lecco Città dei Promessi Sposi”

Incontri, conferenze, musica. Sono tante le iniziative in programma per tutto il fine settimana. Una manifestazione promossa dal Comune di Lecco

Nel tardo pomeriggio di oggi, a Villa Ghislanzoni a Maggianico, si è aperta l’edizione 2024 della rassegna “Lecco città dei Promessi Sposi”.

L’assessore alla cultura, Simona Piazza, ha illustrato ai numerosi presenti, le motivazioni di una sede peraltro di grande suggestione: «Nonostante la chiusura di Villa Manzoni, abbiamo voluto portare avanti quello che è l’obiettivo di questa rassegna, ovvero far conoscere il romanzo di Alessandro Manzoni e la sua grandezza. Quest’anno abbiamo portato gli eventi in centro città, a Palazzo delle Paure, ed in due ville - Villa Ghislanzoni e Villa Gomes - a Maggianico, il quartiere scapigliato per eccellenza. In questo modo la programmazione culturale continua».

Dopo i saluti del parroco di Maggianico, don Ottavio Villa, e del vicario del prefetto, Paola Cavalcanti, si è passati all’incontro che ha visto protagonista il musicologo Angelo Rusconi. Insieme a Mauro Rossetto, direttore del Simul, Rusconi ha parlato della presenza manzoniana diretta e indiretta in alcuni testi per musica scritti da Antonio Ghislanzoni. Sono stati presi in considerazione due libretti dello scrittore scapigliato. Il primo riguarda l’opera “I Promessi Sposi” di Errico Petrella, che andò in scena a Lecco nel 1869. Il secondo è “La forza del destino” di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, che vide un contributo determinante del Ghislanzoni.

“I Promessi Sposi” di Errico Petrella su libretto di Antonio Ghislanzoni vennero rappresentati il 2 ottobre 1869, in prima nazionale, al Teatro della Società di Lecco. Fu veramente un grande successo: «Fu una rappresentazione operistica – ha spiegato Angelo Rusconi - che coinvolse tutta la città ed aumentò di parecchio l’afflusso turistico».

Il secondo libretto preso in considerazione è stato quello de “La forza del destino” di Giuseppe Verdi. L’opera fu rappresentata per la prima volta al teatro Imperiale di San Pietroburgo il 10 novembre 1862: « Dopo la prima - ha sottolineato Angelo Rusconi - fu chiaro che il finale era troppo tragico. Verdi cercò qualcuno che potesse scrivere un finale diverso, ma sembrava che in proposito nessuno avesse le idee chiare. La soluzione arrivò da Antonio Ghislanzoni, che riscrisse la parte finale dell’opera ispirandosi alla provvidenza manzoniana».

A chiudere la serata, c’è stato quello che gli organizzatori hanno definito un “Aperitivo scapigliato”.

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