Giornate del Fai da record a Berbenno. Quasi mille visitatori in due giorni

Numerosi i partecipanti all’iniziativa, alla scoperta di cinque gioielli storici, artistici, religiosi e architettonici

Berbenno

Quasi mille visitatori in due giorni. In 300 sabato, più di 600 domenica, le persone hanno accolto l’invito del Fai e sono andate alla scoperta di cinque gioielli storici, artistici, religiosi e architettonici di Berbenno: da palazzo Odescalchi a casa Negri (aperta esclusivamente per gli iscritti al Fai), da palazzo Marchionni con le Corti dei sassi a palazzo Bongiolatti, alla chiesa di San Pietro, teatro delle Giornate di primavera promosse dalla delegazione provinciale del Fai, capitanata da Marta Scherini, che non ha nascosto la soddisfazione per la riuscita dell’iniziativa, al di là di ogni più rosea aspettativa.

«Siamo piacevolmente sorpresi e davvero grati a tutte le persone che tra sabato e domenica hanno partecipato alla due giorni primaverile - traccia il bilancio la capo delegazione del Fai provinciale -. In tutta sincerità non ci aspettavamo un’affluenza del genere», considerando anche le previsioni meteo, non delle migliori lo scorso weekend. La pioggia in realtà è stata poca e non ne ha pregiudicato la perfetta riuscita, con un dato ancor più sorprendente e gratificante, su cui Scherini pone l’accento: «Abbiamo avuto la sottoscrizione di 51 nuovi associati Fai. Un numero assolutamente eccezionale, mai registrato prima. Probabilmente è anche il risultato della capillare campagna di comunicazione promossa dal Fai nazionale».

Impegnatissimi i 15 volontari che hanno fatto da guide e ciceroni al pubblico, «con visitatori arrivati pure da fuori provincia: chi da Como, chi dal Milanese, anche dalla provincia di Verona», che si sono aggiunti a turisti stranieri che, di passaggio sul territorio provinciale, venuti a conoscenza dell’evento, hanno colto l’opportunità di conoscere le bellezze del paese retico.

Il viavai è stato continuo e ininterrotto in entrambe le giornate, «con 300 visitatori registrati sabato - aggiunge Scherini, ringraziando i volontari del sodalizio per il loro lavoro e impegno -, mentre domenica il dato è superiore a 600 persone», senza contare quelli che si sono comunque fermati e hanno fatto una passeggiata in centro storico, ascoltando le spiegazioni dei volontari.

Nel pomeriggio di domenica si sono registrate pure delle code, a testimonianza dell’alto interesse dei visitatori. In particolare in via Garibaldi, all’entrata di palazzo Marchionni, sede del B&b Le corti dei sassi e di palazzo Bongiolatti. Quest’ultimo, di proprietà dell’omonima famiglia - la prima testimonianza dell’antichità della costruzione è un intonaco probabilmente risalente al XIV secolo presente nella sala principale del piano terra -, si sviluppa su quattro piani, un piano seminterrato con funzione di tinaia e tre livelli di cantine. Una casa, che sorgeva originariamente all’interno di una “singèla”, tipica proprietà valtellinese che consisteva di casa padronale, appezzamenti agricoli adibiti a coltivazione e a vigneto e locali per la trasformazione dei prodotti. L’elemento caratteristico della singèla è la presenza di un muro di cinta. Come quella che si può ammirare a casa Negri, che è stata aperta solo ai soci Fai, di fronte al municipio, accolti col sorriso dalla padrona di casa, Isabella Tavelli, classe 1930 che ha svelato alcune curiosità della sua famiglia, tra cui una copia autografata di Giuseppe Garibaldi in transito nella valle verso lo Stelvio. Apprezzatissime anche le visite a palazzo Odescalchi, di proprietà del Comune e alla basilica di San Pietro, in fregio alla Statale 38, monumento di notevole valore storico-artistico, la cui data di costruzione precisa non si conosce, ma è collocabile tra il VII e il X secolo.

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