Cultura e Spettacoli / Sondrio e cintura
Mercoledì 17 Luglio 2013
Giada sta ancora “danzando nel buio”
Da Caspoggio a Wembley con Springsteen
Esperienza indimenticabile per la diciottenne della Valmalenco al concerto londinese del “Boss”
«Lo ammetto, non mi sono ancora ripresa - ammette - E ogni volta che rivedo il video, piango»
Giada Sosio, 18 anni, di Caspoggio, sta ancora “danzando nel buio”.
Anche se è tornata alla sua dimensione domestica, lo sguardo e il suo essere trasudano un coinvolgimento emotivo del tutto presente. Perché, lei, dal palco di Wembley, su cui è salita il 15 giugno scorso per ballare al fianco di Steve, chitarrista di Bruce Springsteen, e del rocker americano, non è ancora scesa.
Tutto si è fermato al 15 giugno
È ancora lì, in delirio. Rivede quello spezzone di film della sua vita, giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto. E ne ricorda ogni dettaglio, ogni sfumatura.
«Lo ammetto, non mi sono ancora ripresa - dice -, tant’è che piango ogni volta che vedo il video su You Tube. Perché le canzoni lente di Bruce Springsteen sono sempre state la mia ninna nanna dato che mio papà, Sergio, è un fan della rock star tant’è che è andato a trenta dei suoi concerti».
«Con mio papà ero già stata a vedere Springsteen a San Siro il 3 giugno scorso, il mio primo vero concerto, ma la data di Londra era fissata da tempo dato che il papà ha voluto farmi un regalo per i miei 18 anni e per aver concluso bene la scuola nonostante un’assenza di due mesi per malattia».
«Pioveva, ore e ore in coda, - dice Giada - non ne potevo più. Allora, mi sono messa a preparare un cartello con sopra scritto “From San Siro to Wembley to dance with Steve”, il chitarrista della band, nella speranza, remota, però, che dal palco potesse essere letto. Siamo entrati intorno alle 18 e, anche se eravamo intorno alla decima fila, parecchio spazio ci separava da sotto il palco. Però papà mi ha preso sulle spalle e, durante il concerto, mi è persino parso che il chitarrista mi guardasse. Allora ho sventolato il cartello e ho visto che Steve mi ha sorriso. Poi, lui e Bruce si sono guardati, e, alla fine del pezzo parlato di “Dancing in the dark”, quando inizia la parte strumentale, Bruce mi ha chiamata sul palco».
«Il papà a quel punto - racconta ancora emozionata la giovane malenca - ha fatto di tutto per portarmi sotto il palco e, poi, Bruce mi ha presa e tirata su. Poi non so più niente. So che mi sono avvicinata a Steve e ho cominciato a ballare con lui e che lui mi ha chiesto di dove fossi. Esagerato il passaggio della chitarra di Bruce, il suo abbraccio finale, l’inchino, una favola».
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