Cultura e Spettacoli / Sondrio e cintura
Venerdì 23 Marzo 2018
Due titani romantici e atmosfere fantasy al Sociale di Sondrio
Nuovo concerto degli Amici della Musica con l’Orchestra “Arco Musicale” di Wiesbaden e i solisti Marino Delgado Rivilla al clarinetto e Marco Sala al corno di bassetto
In pieno “Sturm und drang” l’atmosfera musicale che si respirava nella mitteleuropea terra di due titani come Ludwig Van Beethoven e Felix Mendelssohn-Bartholdy. Un Romanticismo profondo che domani, 24 marzo alle 20,45 approderà al Teatro Sociale di Sondrio con l’Orchestra “Arco Musicale” di Wiesbaden diretta da Uwe Sochaczewsky, con due splendidi interpreti come lo spagnolo Marino Delgado Rivilla al clarinetto e il virtuoso lecchese Marco Sala al corno di bassetto.
Un concerto degli Amici della Musica di Sondalo che guiderà lo spettatore nei recessi della “Grotta di Fingal” delle isole Ebridi nell’antica Scozia, dove la fantasia si fa liquida, mercuriale, sgusciante... fantasy come elfi e folletti celati negli anfratti più misteriosi, macabra quanto basta nei sortilegi nefasti di negromanti incantatori, mai geometricamente euclidea nelle costruzioni evanescenti di un mondo fantasma in cui aleggia, fortunatamente, la presenza taumaturgica di fate tuttofare.
Melodie nate al largo delle Ebridi durante una peregrinazione in terra scozzese di Felix Mendelssohn-Bartholdy. Non dimentichiamo che Fingal è il protagonista dei “Canti di Ossian” di James Macpherson, un cult del preromanticismo tedesco ispirato ad antichi manoscritti mai rinvenuti del celebre bardo degli Highlands scozzesi, precipuo custode del sapere del popolo, delle sue tradizioni, dei suoi miti e delle sue leggende. Del genio visionario mendelssohniano l’“Arco Musicale” proporrà due vere chicche come l’opera 113 e la 114 per clarinetto, corno di bassetto, della stessa famiglia, ma in FA, e orchestra.
La seconda parte, invece, sarà dedicata ad un Beethoven “sinfonico” di tarda data, eppure insuperabile nei suoi rari gioielli incastonati dalla grande Nona, a partire dalla sua I Sinfonia in Do maggiore opera 21, una pietra miliare a cavallo tra due visioni musicali che si compenetravano, e che già “in nuce” contenevano l’esplosione di una fioritura cromatica insuperabile che aveva scardinato le possenti leggi armoniche del tempo.
Due talenti naturali caratterizzeranno la serata musicale. Lo spagnolo Marino Delgado Rivilla, clarinettista di Segovia, acclamato concertista vincitore di numerosi concorsi, dopo la sua formazione in terra iberica, si perfeziona a Parigi e nel 2005 all’Accademia della Scala. Lavora con prestigiose orchestre europee, collaborando con noti direttori (Valery Gergiev, Riccardo Chailly, Lorin Maazel, Roberto Abbado, Daniele Gatti). Il lecchese Marco Sala, corno di bassetto, diplomato al conservatorio “Giuseppe Verdi” di Como, collabora con l’Orchestra del Teatro Sociale di Como, con la Filarmonica Italiana e altre formazioni straniere di prestigio.
Sala è clarinetto basso principale della Bläserphilharmonie Mozarteum e clarinettista del New Art and Music Ensemble Salzburg (NAMES), con cui tiene tournèes di successo in tutto il mondo. Dal 2012 è primo clarinetto dell’Orchestra “Antonio Vivaldi”.
Di grande risonanza artistica il direttore della Wiesbaden Orchester “Arco Musicale”, Uwe Sochaczewsky, noto per alcune anteprime mondiali di grande rispetto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA