Cultura e Spettacoli / Lago
Lunedì 12 Febbraio 2018
Dolorosa pagina di storia
nell’“Esodo” di Cristicchi
Mandello, appuntamento da non perdere questa sera al cineteatro De Andrè
Al centro dello spettacolo la piaga dell’esodo istriano, fiumano e dalmata
Al Porto Vecchio di Trieste c’è un “luogo della memoria” particolarmente toccante: il Magazzino n. 18. Racconta una pagina dolorosa della storia d’Italia, una complessa vicenda del nostro Novecento mai abbastanza conosciuta, e se possibile resa ancora più straziante dal fatto che la sua memoria è stata affidata non a un imponente monumento ma a tante, piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidianità.
È di questa pagina di storia che parla “Esodo”, racconto per voce, parole e immagini sull’esodo istriano, fiumano e dalmata, di e con Simone Cristicchi, scritto con Jan Bernas, questa sera alle 21 al Teatro Fabrizio de André di Mandello, per la Giornata del Ricordo; ingresso 10 euro.
Nel porto vecchio di Trieste, il Magazzino n. 18 conserva sedie, armadi, materassi, letti e stoviglie, fotografie, giocattoli, ogni bene comune nello scorrere di tante vite interrotte dalla Storia, e dall’Esodo: con il Trattato di Pace del 1947 l’Italia perse vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, e circa 300 mila persone scelsero - davanti a una situazione dolorosa e complessa - di lasciare le loro terre natali destinate a non essere più italiane.
Non è difficile immaginare quale fosse il loro stato d’animo, con quale e quanta sofferenza intere famiglie impacchettarono le loro cose lasciandosi alle spalle le case, le città, le radici. Davanti a loro difficoltà, paura, insicurezza, e tanta nostalgia.
Simone Cristicchi è rimasto colpito da questa scarsamente frequentata pagina della nostra storia ed ha deciso di ripercorrerla in un testo che prende il titolo proprio da quel luogo nel Porto Vecchio di Trieste, dove gli esuli – senza casa e spesso prossimi ad affrontare lunghi periodi in campo profughi o estenuanti viaggi verso lontane mete nel mondo – lasciavano le loro proprietà, in attesa di poterne in futuro rientrare in possesso.
Dallo spettacolo di successo “Magazzino 18”, scritto con Jan Bernas e diretto dalla mano esperta di Antonio Calenda, Cristicchi ha ricavato una versione pocket, senza scenografia. Lui, la chitarra, la voce e le sue canzoni, più una sedia e le immagini storiche dell’Istituto Luce, che raccontano in bianco e nero facce, cose e dolore degli sfollati.
Rimane del vecchio spettacolo la koinée di linguaggi che trasfigura il reportage storico in una forma nuova, che forse si può definire “Musical civile”. E sarà evocata anche la difficile situazione degli italiani “rimasti” in quelle terre, o quella gravosa dell’operaio monfalconese che decide di andare in Jugoslavia, o del prigioniero del lager comunista di Goli Otok.
Ingresso 10 euro; info http://prolocolario.it.
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