Cultura e Spettacoli
Sabato 02 Marzo 2019
De André rilegge De André
Tappa lunedì sera all’Alcatraz
Milano, Cristiano arriva nel club con il tour “Storia di un impiegato”
A 50 anni dalle rivolte sociali e a 20 anni dalla morte del padre
Grande successo per il tour “Storia di un impiegato” di Cristiano De André, ispirato al celebre concept album di Faber, che torna così a smuovere le coscienze a 50 anni dalle rivolte sociali del 1968 e a vent’anni dalla scomparsa del suo autore (l’11 gennaio 1999).
Il tour, iniziato a novembre 2018, sta ricevendo ottimo riscontro da parte di pubblico e critica e ha già registrato sold out nei teatri di Genova, Firenze, Parma, Roma e Rovigo, con performance accompagnate da bis e standing ovation.
Il tour farà una tappa speciale lunedì sera all’Alcatraz di Milano, unica data in un club, fortemente voluta da Cristiano De André per avvicinare anche il pubblico più giovane alle canzoni di Faber.
In “Cristiano De André - Storia di un Impiegato” lo storico disco, arrangiato come una vera e propria opera rock, è affiancato da altri celebri brani di repertorio come “Fiume Sand Creek” e “Don Raffaè”, che hanno affrontato il tema della lotta per i diritti, e altre perle, come “Il pescatore”, contenute nei progetti discografici di grande successo “De André canta De André – Vol. 1” (2009), “De André canta De André – Vol. 2” (2010) e “De André canta De André – Vol. 3” (2017). La regia dello spettacolo, curata da Roberta Lena, è piena di soprese, dai visual, alle luci.
Cristiano De André sul palco è accompagnato da Osvaldo Di Dio, Davide Pezzin, Davide Devito e Riccardo Di Paola.
Il tour è prodotto e organizzato da Intersuoni Srl, divisione Booking & Management Unit.
Le prevendite sono disponibili su Ticketone e sui circuiti abituali.
Cristiano De André, unico vero erede del patrimonio musicale deandreiano, ha attinto dall’immenso repertorio di Fabrizio rileggendo il disco del 1973 sempre più attuale, un concept album sugli anni di piombo e sulla speranza di costruire un mondo migliore. “Storia di un impiegato” racconta infatti il gesto di un impiegato degli anni ’70, animato dal ricordo della rivolta collettiva del Maggio francese del 1968. Il Sessantotto non fu tanto una rivoluzione politica, quanto sociale e culturale: anni di “lotta dura, senza paura”, come recitava uno dei tanti slogan, ma anche uno spartiacque tra passato e futuro.
L’artista ha ardentemente voluto portare in scena quest’opera, un disco che mette in discussione le basi su cui si fonda il potere.
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