
Cultura e Spettacoli / Sondrio e cintura
Lunedì 31 Marzo 2025
Coro Cai femminile
Soffio di primavera
coperto da applausi
In Provincia Esibizione diretta dal maestro Franzina Stregano il pubblico con i colleghi di Melegnano Un emozionante viaggio tra brani classici e folkloristici
Sondrio
Sala consiliare della Provincia al gran completo per il primo “Soffio di primavera” del Coro Cai Femminile Valtellinese sotto la qualificata reggenza di un super maestro come Michele Franzina. Ed è tutto un tripudio di colori pastello delle loro camicie che formano un cerchio magico per una calda “sferofonia” che ha avvolto concentricamente la sala tra lunghi applausi.
lntensa interpretazione
Solo un assaggio di una breve ma intensa interpretazione presentata dal presidente Enrico Pelucchi come beneagurante benvenuto alla stagione della rinascita e della speranza che per l’occasione ha coinvolto il Coro Cai Melegnano – stessa nobile famiglia - diretto dalla talentuosa e autorevole Silvia Berardi. L’accoglienza del coro sondriese ha puntato su un classico del canto boliviano popolare, “El condor pasa” in una versione armonizzata ad “eco specchiato” che chiude su quinta giusta.
Tumultuoso il “Solo” di Maiero su una sola nota insistente, ostinata, come può esserlo la solitudine spietata di un addiaccio in alta quota, o l’ebbrezza olimpica della vertigine assoluta delle cime, per scoprire infine quanto l’ascensione verso la vetta sia la più profonda conquista della propria intimità. Si passa poi ad un viaggio tra le dacie della pianura Sarmatica al suono “amarevolmente malinconico” della balalaika.
Occasione di scambio
“Porta Calavena” evoca invece le storiche vicende di un assedio leggendario in un lezioso gioco vocale che esalta la sala. «Siamo felici come Amministrazione di essere al fianco del Cai Femminile che stasera celebra la primavera e lo fa come magnifica occasione di confronto e di scambio», è stato il commento di Marcella Fratta, assessore alla Cultura del Comune di Sondrio da sempre vicino alla coralità valtellinese.
Ed ecco il secondo atto col rosso e il nero del Coro Cai Melegnano – gente di pianura che ama le montagne - diretto dalla sicura destrezza di Silvia Berardi su “A mezzanotte in punto” e poi sulla fluorescente armonia del “vola vola vola” abruzzese de “lu tempe belle de la cuntentezze” che strappa infine “nu vasce a pizzichillo”. Dall’Abruzzo all’aspra Barbagia sarda con la ninna nanna al piccolo Stefano di Antonio, una nenia dalle dolci sfumature, per giungere sulle sponde eridane ad ascoltare l’“eco del fiume”.
Effervescente
Effervescente il santo nelle terre basche con “Agur Jaunak” in viaggio verso la “francigena” che mena a Santiago de Compostela, in un’armonizzazione che sa di ecumenicità mariana. Tuffo poi nel folklore partenopeo con “Cicerenella” vagando per il pollaio veneto di “Me compare Giacometo” sul tragico destino di un vigoroso gallo che ha sempre inebriato le sue galline ma non può salvarsi dallo spiedo dopo un ultimo altisonante “chicchirichì”.
“New Jerusalem” insegue l’antica profezia di una “terra promessa” o “strappata” a nemici di antica data, mentre la chiusura viene affidata a “Senzenina”, lo stigma zulu di un’apartheid frustrante inaccettabile. Travolgente il bis della classica “Montanara” sul filo di una dolcissima melodia sul “bocca chiusa”. Lunghi applausi hanno sottolineato il senso comunitario del dono del canto.
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