Concerto di Taylor Swift, l’entusiasmo delle fan valtellinesi: «Evento travolgente»

Sono consapevoli - e felicissime - di essere state testimoni di un evento di portata globale Benedetta Della Ferrera e Vivienne Sangiani. C’erano anche loro tra gli oltre 130mila fan che tra sabato e domenica a Milano hanno invaso San Siro, teatro a cielo aperto del concerto della popstar più amata dalle nuove generazioni Taylor Swift, dopo 13 anni ritornata in tour in Italia.

Per tutte e due l’esperienza vissuta «ha superato ogni immaginabile aspettativa: indimenticabile, bellissimo, travolgente. Uno spettacolo unico» concordano la sondriese Benedetta e Vivienne, che vive a Tirano, tra le Swifties valtellinesi - così si definiscono i fan della 34enne icona originaria della Pennsylvania -, che si sono godute tre ore e mezzo di musica per 45 canzoni al “The Eras tour”, che celebra la sfolgorante carriera di Miss Americana, dal disco omonimo di debutto pubblicato nel 2006 fino al recentissimo doppio “The tortured poets department”.

Spettacolo potente, musica no stop, ritmo, giochi di luce, balletti trascinanti per la tribù di fan che ha cantato per ore al Meazza, simbolicamente unito da una catena ininterrotta di braccialetti dell’amicizia, che virtualmente hanno superato ogni barriera e solcato ogni oceano.

Non sono solo un colorato accessorio da portare con orgoglio per i fan, perché i braccialetti di Taylor Swift hanno un significato profondo, che va oltre il fattore puramente modaiolo. Questi bijoux - ogni Swifties arriva al concerto con un numero desiderato dell’accessorio home-made - rappresentano veri e propri simboli di “sorellanza musicale”, da regalare e scambiare al concerto con le altre fan provenienti da tutto il mondo. Sono diventati un vero e proprio fenomeno di massa, complice la cassa di risonanza dei social network - Tik Tok, Instagram, YouTube - e si sono diffusi in modo più capillare, tanto da diventare degli oggetti da collezione. Sono fatti di corde, elastici e tessuti intrecciati, con l’aggiunta di perline, resine, plastiche modellate a forma di cuoricino. I più “quotati” sono quelli realizzati con le lettere dell’alfabeto che riportano il proprio nome, oppure quello dell’amata diva con la frangetta.

«Uno dei momenti più belli è stato sicuramente il passaggio dalle canzoni più ritmate a quelle suonate in acustico da Taylor al pianoforte e alla chitarra - racconta Benedetta -. Mi resteranno una bella esperienza e i braccialetti dell’amicizia scambiati con gli altri fan. Infatti, così dice Taylor in una sua canzone, “So make the friendship bracelets, take the moment and taste it”» (crea i braccialetti dell’amicizia, cogli l’attimo e assaporalo, nda) nel brano “You’re on your own, kid”.

«Sin dall’inizio c’era una bellissima atmosfera, diventata ancora più magica quando, nel buio, i bracciali luminosi che ci hanno distribuito all’ingresso hanno illuminato lo stadio» aggiunge Benedetta. «Ne avevo creati una trentina di braccialetti da scambiare e sono ritornata a casa con altrettanti. Non sono moltissimi, ma ne vado orgogliosa» racconta Vivienne, per la prima volta a San Siro per il concerto tanto desiderato, un sogno realizzato grazie al biglietto donatole da papà Enrico e da mamma Angelika (che l’ha accompagnata).

Quello dell’uragano Taylor è stato «il mio primo concerto della vita - prosegue -: non lo dimenticherò mai. Sono già pronta per il prossimo:. dal palco ci ha promesso che non attenderà altri 13 anni per ritornare in Italia. Non me lo scordo e appena accadrà io ci sarò» assicura, confessando l’emozione vissuta sugli spalti di San Siro, dove sono nate nuove amicizie, dove ha cantato in coro instancabilmente e «dove le lacrime sono scese spontanee», tra gli abbraccia grazie alla potenza della musica che parla una lingua universale e unisce.

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