Cultura e Spettacoli / Circondario
Venerdì 03 Gennaio 2014
Civate, note di solidarietà
I Luf per il Kenya
Concerto del gruppo domenica al Palatozio per sostenere il “Progetto Sololo”
«Si può cambiare il mondo anche in allegria»: “I Luf” amano definirsi dei «dopolavoristi di lusso»; sono tutta gente che «per vivere fa un altro mestiere».
Il fotografo, l’infermiere, il camionista, il magazziniere o – come il leader e vocalist, Dario Canossi - l’insegnante; solo per divertirsi e per dare una mano al prossimo si ritrovano e suonano.
Detta così, non sembrerebbe la storia di una band tra le più amate, in pista da una quindicina d’anni, né dei musicisti – molti, ex di Davide Van De Sfroos - passati per collaborazioni e prove importanti come, per esempio, il recente disco omaggio a Guccini.
Domenica al Palatozio
“I Luf” prestano voce e strumenti spesso anche a progetti umanitari e sarà per questo che calcheranno il palco del Palatozio domenica, a partire dalle 19.30: s’ispirano alla Val Camonica; le loro canzoni parlano di vita comune e “camuna”, personaggi e storie vere.
“I Luf” muovono, quindi, sostanzialmente da dove Van De Sfroos si è fermato con “Breva e Tivan” (disco al quale ha collaborato lo stesso Canossi) e si collocano sul versante che, dai Modena City Ramblers in poi (e su derivazione del calco internazionale dei Pogues) ha mischiato temi e musiche tradizionali rielaborate con ritmiche e dinamiche rock.
Il progetto Sololo
La palestra di Civate li accoglierà per un concerto (accompagnato da panino e salamella) a favore del “Progetto Sololo”, portato avanti da Pino Bollini, noto medico meratese impegnato per promuovere il diritto all’istruzione, alla salute e alla famiglia in special modo di 400 minori vulnerabili nel nord del Kenya.
Anche Bollini ha un insolito modo di definirsi: «Io, piazzista di povertà»; da quando ha preso la via della missione, chiede aiuti a tutto campo per « prevenire il fenomeno dei ragazzi di strada» nell’arida regione al confine con l’Etiopia caratterizzata da risorse idriche «costantemente precarie».
La società è fondata sulla pastorizia nomade ma oggi «la popolazione si concentra a ridosso del confine, a nord della pista di collegamento Nairobi-Adis Abeba; la vasta zona di pascolo a sud della pista – dice - ospita le mandrie solo durante il periodo delle piogge».
Degli oltre 400 bambini iscritti nel “Progetto Sololo” sono solo 180 quelli abbinati finora a un sostenitore, quindi domenica nel palazzetto sportivo di Civate verrà proposta l’adozione a distanza di questi ragazzi.
Servono 96mila euro
Peraltro l’attuale “Progetto Sololo” consiste nella riorganizzazione del territorio attraverso personale locale che riscopra i ruoli fondamentali della tradizione scardinata dalla miseria: il “padre del villaggio” è responsabile dell’organizzazione, le “mamme del villaggio” accolgono i ragazzi di strada e sono responsabili dell’unità familiare. Vengono selezionati pastori per le mandrie collettive, anch’esse da costituire con buoi e cammelli.
Occorrono poi magazzini in muratura, case (strutturate per resistere alla violenza delle piogge stagionali); alle madri vengono affidati dieci bambini ciascuna e due ettari di terreno per l’orto e l’allevamento di pollame, mucche e capre propri di ciascuna famiglia.
In tutto, il progetto richiede 96mila euro, dei quali già due terzi raccolti e finanziati.
Insomma, partecipare al concerto di questa sera ha una doppia valenza: gustare ottima musica e dare una mano a chi si prodiga per un’opera meritoria.
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