Cultura e Spettacoli / Valsassina
Mercoledì 12 Giugno 2013
Ciak si gira il film
dedicato alla Pozzi
Telecamere accese a Pasturo per raccontare la poetessa con la gente della Valsassina
Per quattro giorni, fino a domenica, Pasturo e altri paesi della Valsassina si trasformeranno in un set cinematografico.
Si tratta delle riprese del film “Il cielo in me”, progetto dei registi lecchesi Sabrina Bonaiti e Marco Ongania, sulla figura e l’opera di Antonia Pozzi, la poetessa milanese che amava ritagliarsi momenti di libertà in montagna, abbandonando volentieri i vestiti borghesi, le abitudini cittadine per ritrovare la pace e la bellezza nelle braccia delle sue “mamme montagne”.
Attraverso le sue poesie e le immagini da lei scattate, i due registi stanno ricostruendo anche il suo rapporto con Pasturo, dove Antonia arrivò ancora bambina, quando nel 1917 (lei era nata nel 1912) il papà acquistò la casa che ancora oggi ne custodisce lo studio, la biblioteca e tanti degli oggetti a lei cari, da lei accumulati anno dopo anno nei suoi lunghi soggiorni ai piedi della Grigna, fino al 1938, anno della sua morte.
Il film racconterà anche il suo rapporto con la gente semplice di montagna. E sarà proprio la gente di Pasturo la protagonista del cast, affiancando nelle varie scene l’attrice Erica Rivolta (di Costa Masnaga) che interpreta Antonia Pozzi.
Donne uomini e bambini hanno accettato con grande entusiasmo di partecipare a questa avventura, animando le scene che Antonia Pozzi ha fissato nelle sue fotografie oppure nelle pagine delle sue lettere e dei suoi diari: i contadini al lavoro nei campi e nelle cascine (alcune rimaste identiche alle fotografie scattate da Antonia), le donne al lavatoio, i bambini incuriositi da questa “forestiera” che si interessava di loro e ne condivideva i semplici giochi.
Sarà naturalmente casa Pozzi l’epicentro delle riprese, che coinvolgeranno, oggi e domani, oltre Pasturo anche Barzio da dove si gode il più bello spettacolo della Grigna settentrionale, senza dimenticare il vecchio nucleo di Vimogno di Primaluna che ha mantenuto intatte le caratteristiche ambientali che tanto colpirono Antonia Pozzi negli anni trenta.
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