Cultura e Spettacoli / Sondrio e cintura
Venerdì 08 Luglio 2016
Chiara e Matilde sul palco col Boss: «Noi davanti a 70mila spettatori»
Le due ragazze, di Sondrio e Castione, ripercorrono i momenti a San Siro. Il cartello, il sassofonista che le chiama e l’incontro con Springsteen: luccicano ancora gli occhi.
Sognare a occhi aperti con l’adrenalina che annebbia la mente, tanto è forte l’emozione che si prova sul palco di San Siro davanti a 70mila persone. Ma soprattutto cantando e ballando insieme a “The Boss”.
Un’esperienza unica, «un sogno che è diventato realtà» e che non dimenticheranno mai Matilde Diotallevi di Sondrio e Chiara Tognini di Castione, amiche con la stessa passione per la musica “Usa”, che, con la complicità di un cartellone scritto a caratteri cubitali, hanno catturato domenica l’attenzione di Bruce Springsteen.
«È stato come riabbracciare un vecchio amico, un amico che c’è sempre stato nei momenti belli e in quelli brutti. Un amico, che ora sento ancora più vicino di prima» dice con emozione Chiara, che insieme a Matilde ripercorre l’odissea per arrivare su quel palco.
Due giorni sono state fuori da San Siro a fare la coda, «per entrare nel Pit (zona di prato transennata sotto il palco che ospita circa 2000 persone). Siamo entrate per 300esime - prosegue Matilde -, in quinta fila davanti al palchetto centrale».
Ma, galeotta è stata la pensata: «A Chiara è venuta in mente la canzone “Two hearts”», il cui refrain recita “Two hearts are better than one”. La coppia di amiche ha deciso di «sostituire hearts con girls». Sempre insieme «abbiamo pensato, che avevamo più possibilità nel chiedere di ballare con uno dei componenti della band, il più giovane, Jake Clemons, il sassofonista».
Momento clou, le note di “Dancing in the dark”, «la canzone in cui fa salire le persone: abbiamo alzato il nostro cartello in mezzo alla folla e ci siamo scatenate». In quel momento hanno capito quanto fosse difficile l’impresa, «ma quando Bruce ha finito di cantare ha detto “Come on Jake!”: l’emozione che ho provato è stata indescrivibile e irripetibile».
“The Boss” ha scelto Matilde e Chiara: «Mi è sembrato surreale, il mio cuore ha cominciato a battere all’impazzata e ho sentito una stretta allo stomaco. Non ho più capito nulla, quando ha preso il nostro cartello. Mi sono sentita trascinata in avanti, ho lasciato cadere lo zaino e poco dopo ero lì, sul palco: lo stavo abbracciando» luccicano gli occhi a Chiara.
Insieme sono corse verso Jake e hanno cominciato a ballare. Poi il panico, quando, alzando gli occhi, si sono trovate di fronte a un San Siro “impazzito”. Ma abbracciare Bruce ha riportato la calma: «Mi sentivo molto tranquilla: c’erano 70mila persone che mi guardavano - e la invidiavano -, non me lo sarei mai aspettata» ricorda Matilde, che porta ancora un gibollo blu sulla gamba, ricordo della “scalata” al palco.
«Non potevo credere che stesse veramente succedendo a noi - incalza Chiara -, non sentivo più la stanchezza, né l’agitazione, mi sentivo solo felice come non mai, perché mi hanno regalato un sogno. Senza dubbio la notte più meravigliosa ed emozionante della mia vita! Devo dire grazie ai miei genitori, che mi hanno regalato quel biglietto». Nel suo immaginario Matilde, ha sempre pensato che «avrei pianto, se mai fosse successo». No, sul palco non una lacrima. Le lacrime le hanno riempito quei begli occhi che ha, «solo al telefono con mio papà, che mi ha trasmesso questa passione per Bruce: lui era in fondo al prato, a godersi il concerto tranquillamente, ma sentire la sua voce emozionata mi ha fatto crollare».
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