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Lunedì 16 Dicembre 2024
Al via a gennaio le riprese per la serie televisiva con il maresciallo Maccadò. L’intervista ad Andrea Vitali
Dalla professione di medico a quella di scrittore, passando sempre per l’attaccamento a Bellano. L’intervista ad Andrea Vitali
Le storie di Andrea Vitali ci accompagnano ormai da molti anni. E’ lo scrittore che praticamente ha reinventato Bellano, un paese su cui, dopo le prime opere, alcuni lettori facevano una domanda legittima: “Esiste davvero?”. Ora tutti sanno che Bellano esiste e il merito è di Andrea Vitali.
L’esordio del suo ultimo romanzo, “Il sistema Vivacchia” (Garzanti), avviene a Milano, in via Cicco Simonetta 14, davanti alla scolorita insegna della Tipografia Vivacchia. Siamo nel 1928, un periodo storico nel quale lo scrittore bellanese ama ambientare le sue storie.
Come mai nei tuoi romanzi il passato è sempre preferito al nostro presente o al futuro?
Guardare al futuro, soprattutto oggi, mi spaventa. Mi ispiro alla massima di Seneca nelle “Lettere a Lucilio”: “Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo”. La contemporaneità non mi dà spunti particolari, mentre il passato mi dà sicurezza e per questo resto attaccato lì.
Potremmo dire lo stesso del luogo in cui sono ambientati i romanzi. Anche Bellano è per lo scrittore Andrea Vitali una certezza?
Collocare le mie storie a Bellano significa per me costruirle su un immaginario condito con le esperienze reali. E’ un matrimonio perfetto tra il mondo quotidiano e la fantasia. Per me tutto questo è una sintesi ideale di sicurezza e certezza: è il mio luogo dell’anima. Del resto, tutto quello che accade fuori dai confini bellanesi può esservi riportato in mille modi. Avere una bella geografia sotto i piedi è una garanzia, cambiare può esporci al rischio di andare a sbattere.
La vita di Andrea Vitali è sempre stata una felice alternanza tra il mestiere di medico e quello di scrittore. A livello personale, è stato importante esercitare la professione di medico del tuo paese?
Quello del medico è un lavoro che mi ha dato tanto. Mi ha insegnato, innanzitutto, a relazionarmi con gli altri. In gioventù non ero un grande uomo di relazioni. Nel mio rapporto con i miei tanti pazienti ho imparato a plasmarmi con l’essere umano che avevo di fronte. Ogni persona è diversa dalle altre, ha bisogno di essere ascoltata e facendo il medico si impara ad essere camaleontici in senso buono ovviamente. Quando un paziente viene a trovarti ha bisogno di fiducia, confidenza, intimità e tu devi essere in grado di offrirgli tutto questo. Ma la vera, grande lezione che ho imparato facendo il dottore è che non esistono donne o uomini di serie A e di serie B: tutti sono uguali di fronte a te che li devi curare e consigliare.
Un docufilm che ti riguarda, girato da Paola Nessi, si intitola “Le storie non finiscono mai”. Lo confermi?
Continua veramente ad essere così. Pochi giorni fa ho parlato con tre dirigenti della Rizzoli perché ad aprile uscirà un mio romanzo proprio dalla loro casa editrice. Parlavo con loro di una storia che ho in mente da un po’ di tempo. Per me è una costante avere a che fare con le mille vicende che mi passano per la testa, è una sorta di flusso incessante: le storie mi fanno compagnia.
I romanzi in uscita il prossimo anno avranno per protagonista l’ex maestro Fiorentino Crispini, cronista per La Provincia – Il Gagliardetto, di cui hai annunciato una gustosa storia nei deserti libici?
Sinceramente non credo. Siamo arrivati al dunque con la serie televisiva che avrà per protagonista il maresciallo Maccadò, per cui anche il prossimo anno ci saranno storie con il carabiniere sbarcato suo malgrado a Bellano.
Possiamo allora dire che presto vedremo la riduzione televisiva di alcuni tuoi romanzi?
Ho parlato recentemente con produttore e sceneggiatore e pare proprio che a fine gennaio inizieranno le riprese. Il protagonista principale sarà il maresciallo Ernesto Maccadò; si seguiranno le sue vicende a partire dal suo arrivo a Bellano. I romanzi sono quelli ambientati negli anni Venti del Novecento e per la precisione: “Nome d’arte Doris Brilli”, “La signorina Tecla Manzi”, “Certe fortune” e “Un uomo in mutande”. Saranno tutti episodi chiusi, ci sarà solo un breve rimando alla storia precedente. L’attore che impersonerà il maresciallo Maccadò sarà Antonio Folletto, già presente nella serie televisiva “I bastardi di Pizzofalcone”; mentre l’attrice che interpreterà la moglie del maresciallo sarà Giulia Daloia, presente nella serie “Nero a metà” per RaiUno.
Quale sarà il ruolo di Andrea Vitali nella sceneggiatura di questi romanzi per la Rai?
Intervengo quando me lo chiedono, anche perché le esigenze televisive spesso richiedono aggiustamenti o modifiche. Per esempio, in una scena era necessario inserire la figura di un bambino, che il romanzo in origine non prevedeva. Allora mi hanno chiesto di intervenire per non stravolgere la trama. Per ora, in ogni, caso non ci sono stati particolari problemi.
Infine la domanda che tutti si pongono: le riprese saranno fatte a Bellano?
Purtroppo no. Gli esterni saranno girati sul lago d’Orta, perché lì sono state trovate ambientazioni riferibili agli anni in cui si svolgono le mie storie.
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