A Officina Badoni un incontro per ricordare il pittore Franco Alquati

L’appuntamento mercoledì 4 dicembre alle 17. Per l’occasione sarà presentato l’arazzo, simbolo di Lecco, realizzato dall’Arazzeria di Esino Lario nel 1958

La Fondazione comunitaria del Lecchese propone un incontro per ricordare il pittore Franco Alquati (1924-1983) nel centenario della nascita e presentare l’arazzo esposto in Officina Badoni. L’iniziativa si svolgerà mercoledì 4 dicembre, alle ore 17 in Officina Badoni e vedrà la presenza del figlio Marco.

L’arazzo, che rappresenta i principali simboli della città di Lecco, è esposto negli uffici della Fondazione e sarà visitabile per tutto il mese di dicembre. Si tratta di un’opera d’arte di grande importanza: il cartone è opera del pittore lecchese, mentre l’arazzo è stato realizzato dall’Arazzeria di Esino Lario nel 1958.

Franco Alquati nacque a Cremona nel 1924. Arrivò a Lecco a quindici anni e nella nostra città svolse la sua attività di pittore e di uomo di cultura. Nel 1943 fu arruolato in marina e finì in un campo di prigionia in Algeria, dove ebbe il suo primo riconoscimento in un concorso di pittura tra i deportati. Da questo momento iniziò la sua carriera artistica che ebbe inizialmente come punti di riferimento Carrà e De Chirico, per poi rivolgersi ad artisti come Mario Sironi, Franco Francese ed all’ambiente artistico milanese di «Corrente». Personaggio schivo, dipinse tutta la vita, ma fu anche un uomo impegnato come dimostra la sua collaborazione alla rivista «Adesso» di don Primo Mazzolari. La sua ricerca fu continua come bene dimostrarono l’importante mostra antologica che Lecco gli dedicò a Villa Manzoni nel 1991 e quella dal titolo «Celarsi per svelare. Le “maschere” di Alquati», che nel 2003 fu allestita alla Torre Viscontea.

L’Arazzeria di Esino Lario fu costituita nel secondo dopoguerra dall’allora parroco don Rocca. Questi, traendo profitto dall’esperienza di tintoria della sua famiglia di setaioli, fece in modo di brevettare ed installare dei telai speciali per arazzi in grado di produrre risultati eccezionali. Molte donne del luogo ebbero così la possibilità di trovare un’occupazione e ad Esino furono così prodotti arazzi di grande qualità che furono acquisiti da importanti collezionisti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA