Ha scritto Michele Serra: Walter Bonatti era fatto della stessa sostanza di cui sono fatte le montagne. E tra le montagne della sua iniziazione alpinistica e morale, ha scelto il suo commiato.
Facendo di Lecco, la capitale morale dell'alpinismo italiano. Nella città di Riccardo Cassin, di Carlo Mauri e Casimiro Ferrari.
Un dono immenso da parte del più grande alpinista italiano di tutti tempi. Che la città di Lecco è obbligata a ricambiare, riconoscendo a Walter Bonatti la Cittadinanza Onoraria.
Sulla Grignetta, come in un nuovo Olimpo, ne sono certo, apparirà, all'improvviso, di sorpresa, sorridente e bello come un dio, a chi, giovane vita, a quelle pareti, si affiderà in una nuova iniziazione. E sarà la loro forza e il loro coraggio. Il loro angelo necessario.
E' giù in città che incombe la paura.
Alessandro Magni
Consigliere Comunale Lecco
Non frequento il mondo della montagna e, forse proprio per questo, non mi perdo una sola pagina della rubrica che il mio collega Giorgio Spreafico - lui sì, che conosce e pratica - pubblica da decenni su questo giornale. Senza contare i libri mandati alle stampe, appassionanti cronache di imprese e di fatica, di dolore e di gioia.
Tutto ciò per dirle che quelli di Ferrari, Mauri, Cassin - ma anche Corti, Chiappa e Mazzoleni per aggiungerne altri tre - sono nomi familiari a chi scrive e a chi ci sta leggendo. La sua proposta non può che trovarmi d'accordo e, credo, che nessuno possa pensare di ignorarla anche al di là della commozione del momento.
Walter Bonatti ha voluto riservare un grande onore alla nostra città, chiedendo che fosse proprio Lecco - dove non era nato e non viveva ma che frequentava assai più di Dubino o di Roma - a salutarlo per l'ultima volta. E a Villa Gomes, oggi saranno in molti a rendergli omaggio. Porti avanti la proposta, caro Magni e sfondi quella che sarà una porta aperta. Anzi, spalancata.
Ernesto Galigani
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