ho letto con sgomento la notizia del pensionato ucciso a Cremona nel corso di una lite per il parcheggio sotto casa.
L'uomo si era battuto a lungo per ottenere davanti all'ingresso della sua abitazione il posto auto destinato alla compagna, disabile al cento per cento, e per questo ciò che è accaduto è ancora più barbaro e sconvolgente.
L'omicidio, perché di questo si tratta, riporta una volta di più l'attenzione sul ripetersi di assurde manifestazioni di violenza dovute al degenerare di litigi per questioni di precedenza o di parcheggio, o comunque legate alla nevrosi da traffico che sembra far perdere il senno a un numero sempre maggiore di persone.
C'è da riflettere profondamente sul comportamento umano e sulla potenziale ferocia di alcuni individui, ai quali basta un motivo futile come una precedenza non concessa o un rimprovero per un abuso commesso a far scattare la follia omicida, tenuta a lungo compressa e liberata con inaudita violenza.
Gianna Rimoldi
Lecco
Cara signora Rimoldi,
il nostro modello di società, basato sulla competizione a ogni costo, porta a lungo andare a una più facile esasperazione degli animi, che diventa acuta quando alla frustrazione si unisce un'indole litigiosa o potenzialmente violenta. Così basta un minimo innesco per far detonare la bomba, il raptus di follia che dura a volte anche soltanto pochi secondi
E' spaventoso pensare di poter morire litigando per un parcheggio, come è assurdo trascorrere ore incolonnati in automobile, ma è il prezzo che si paga a una modernità non sempre allineata al funzionamento della “macchina uomo”. Chissà, forse in una società che tende sempre più a omologare e ad annullare la personalità, questa si ribella in modo abnorme. E una normale questione da risolvere con un civile scambio di opinioni diventa una offesa personale da lavare subito e nel peggiore dei modi.
Vittorio Colombo
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