Mario Chiesa lo sorprendemmo mentre intascava una mazzetta di 7 milioni di vecchie lire. Non era un "mariuolo isolato", come provò a raccontare Craxi, ma la rotellina di un ingranaggio. Tangentopoli. Era il 17 febbraio di 20 anni fa, iniziava Mani Pulite».
A 20 anni dall'arresto di Mario Chiesa, è triste constatare che la corruzione ha cambiato faccia, ma nella sua natura è rimasta la stessa. Sono stati depenalizzati i reati di allora, ma si continua a rubare.
Il bilancio conclusivo di "Mani pulite" è deludente: su più di 5 mila casi giudiziari sollevati, i condannati in via definitiva sono stati poche decine e pochissimi i personaggi coinvolti in quelle vicende che hanno definitivamente abbandonato la politica. Le inchieste di Tangentopoli hanno rivelato il rapporto contorto tra politica, affari, economia e istituzioni e la fotografia di oggi sembra una copia della diapositiva di ieri: la P3, la P4, gli scandali legati a Finmeccanica, agli esponenti di maggioranza ed opposizione anche della nostra Regione. Chi respirò il vento del cambiamento, oggi è deluso.
Alessandro Milani
Idv
Caro Milani,
chi le risponde ha conosciuto Luca Magni - imprenditore nel campo delle pulizie che insieme alla sorella andava in cerca di clienti a Milano - prima che decidesse di nascondersi addosso microfono e telecamere e incastrare al Pio Albergo Trivulzio quel poco di buono di Mario Chiesa, che lo assillava di richieste in denaro sempre più pressanti e non più gestibili.
Ebbene, il coraggio di quell'uomo - nonostante pure lui avesse fatto parte di un sistema marcio per non rimanere fuori dal giro dei contratti - ora dovrebbe essere d'esempio in un malaffare che non ha cambiato le abitudini e che continua a passare per valigette e bauli delle auto lasciati aperti.
Le tangenti, in Italia, sono un po' come il calcioscommesse: non ci abbandonano mai. E a volte ritornano.
Edoardo Ceriani
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