un'incredibile Italia formato 2006 ha disintegrato la Germania che fino alla vigilia della partita sembrava imbattibile, ma gli eroi di Varsavia sono due, Antonio Cassano e naturalmente Mario Balotelli, in piedi come un gladiatore al Colosseo dopo il secondo magnifico gol.
I due “matti” della squadra, genio ed eccessi, antipatia e sorrisi infantili, hanno fatto la differenza, dimostrando quanto la fantasia e il guizzo “impressionista” contino ancora in un calcio sempre più standardizzato e computerizzato.
Il compassato Loew dalla camicia immacolata e dall'orologione trendy, sembrava ipnotizzato dalle “genialate” - questa volta per fortuna in campo - di Cassano e Balotelli, una coppia che quando gira è un fuoco d'artificio di invenzioni. Super Mario soprattutto, è entrato in campo con la giusta rabbia agonistica e la voglia di stupire soprattutto se stesso, giocando così una partita memorabile.
Il successo - insperato da tutti, diciamolo pure - dell'Italia, è merito in gran parte della lezione di umanità che il nostro commissario tecnico Prandelli ha saputo dare ai ragazzi, creando un inossidabile spirito di squadra, ma anche di capitan Buffon, che tiene come pochi alla Nazionale e ha giustamente rimproverato il compagno di squadra alla Juventus, Marchisio, quando per eccesso di personalismo non ha servito uno smarcato Di Natale in area.
Le vittorie epocali si confezionano anche così, con il tifoso Napolitano “fuori quota” fotografato con la maglia azzurra in mano e un sorriso che ricorda sempre di più quello di Pertini.
Alfonso Spreafico
Lecco
Caro Spreafico,
speriamo che la straordinaria partita di Balotelli abbia finalmente convinto gli ultimi scettici che Super Mario - con tutti i suoi vizi - è un grande italiano e a lui dobbiamo in gran parte l'accesso alla finale di domani. Ora saranno in molti a negare di averlo bistrattato o magari insultato e anzi lo difenderanno a spada tratta, fino al prossimo gol sbagliato. Purtroppo l'Italia è anche questa, non soltanto tra i tifosi, ma anche tra gli addetti ai lavori.
Vittorio Colombo
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