I sondaggi non sono verità, ma vi si avvicinano. In Lombardia dicono che la coalizione del Pdl ha superato di poco quella del Pd. Bersani e Monti hanno fatto un errore: volendo vincere tutti e due faranno vincere Berlusconi nonostante sia minoranza nel paese. Il rigore di Monti sarebbe stato stemperato dalla vocazione sociale di Bersani, insieme avrebbero potuto tagliare sprechi e privilegi. Parlano oggi di alleanze dopo il voto, è tardi. Dobbiamo provvedere, allora, noi elettori. Come? Gli elettori meno ideologicamente impegnati ma attenti ai risultati politici, dovrebbero usare il voto disgiunto, cioè votare per Monti alla Camera e per il Pd al Senato.
Francesco Degni
I sondaggi sono un conto, e i voti un altro. Spesso i secondi hanno sconfessato i primi. Perciò vedremo. L'asse regionale Pdl-Lega è dato in vantaggio sul Pd, però c'è l'incognita Albertini. Quanto vale Albertini? Gli si accredita un dieci per cento. Magari sarà di più, magari di meno. Domanda: chi l'ha detto che Albertini sottrarrà questi voti a sinistra e non a destra? La partita è tutta da giocare. Monti l'altro ieri ha tracciato la linea, incoraggiando Bersani a seguirla: fare una campagna elettorale non solo a favore di se stessi, ma anche contro altri.
Cioè contro Berlusconi e il suo alleato. La spunta chi raccoglie il favore moderato e indeciso, chi convince gli astensionisti a non rimanere a casa, chi sa rappresentare la realtà per quella che è.
E che non è stata. Il voto disgiunto in Lombardia è un'arma utilizzabile da centristi e Pd, ma non sarà semplice spiegarne agli elettori l'opportunità d'uso.
Max Lodi
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