nel leggere su Facebook il “post” di Vasco che lui chiama “L'altra autobiografia”, mi ha colpito la sua duplicità, con da un lato lo sparare a zero alla sua maniera contro colleghi anche illustri, come Baglioni o Pelù, dall'altro “dar buoni consigli se non può più dare cattivo esempio”, come scrisse il grande De André.
Il Blasco, infatti, dopo aver demolito Baglioni accusandolo di aver scritto «musichette da sala d'attesa», Pelù colpevole secondo lui di «fare rock per caso» e Minghi, invitato ad andare a zappar la terra, si lancia in tutta una serie di consigli ai giovani da vecchio nonno saggio, invitandoli a non commettere gli stessi suoi errori.
Sbagli di una certa gravità, comunque, droga, alcol, vita spericolata «come quella di Steve McQueen», eccessi in serie sbandierati per anni come l'unica forma di vita possibile. Ora, a sessant'anni suonati, il Vate di Zocca abbassa le ali e, alla luce dei libri letti e di «tutte le esperienze buone e cattive vissute», scopre che «il mondo è molto rumoroso e carico di informazioni imprecise» che lui potrebbe aiutare a chiarire.
Ma Vasco Rossi come buon papà non è molto credibile, anche se va lodata la sua intenzione di ammonire i giovani a non rovinarsi la salute (e a volte la vita) con ogni genere di porcherie.
Diego Fantini
Lecco
Caro Fantini,
chiedere coerenza a Vasco sarebbe come invitare Andrea Vitali a scrivere trattati di fisica quantistica, ma c'è del buono in ciò che il rocker più amato d'Italia (dodicimila consensi al “post” di Facebook in meno di un giorno) scrive con tanta passione. L'autoconfessione, infatti, sembra sincera e il Komandante, che ha avuto qualche problema di salute, scrive: «fino a pochi anni fa ho sempre avuto 15 anni», scoprendo sotto la scorza di “maledetto” una disarmante ingenuità. Non è mai troppo tardi per essere saggi, e Vasco ci sta provando per davvero.
Vittorio Colombo
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA