qualcuno ci restituisca le partite la domenica pomeriggio! Il calcio ormai è diventato uno spettacolo al servizio dei potentati televisivi e succube delle assurde decisioni della Lega, di cui fanno parte i grandi club, che obbliga le squadre a incredibili turni settimanali serali nelle giornate più fredde dell'anno, su campi ghiacciati di stadi vecchi e inadatti. Ciò porta, come stiamo vedendo, al rinvio o alla sospensione di molti incontri, a enormi rischi di infortunio per i calciatori e al pericolo di malanni per chi accetta ancora di uscire di casa a meno dieci per sedersi su gradinate.
Stiamo assistendo al gioco al massacro di uno sport di per sé bellissimo, ma rovinato dalle troppe ingerenze e dalla sudditanza psicologica che giocatori e allenatori continuano ad avere nei confronti dei moloch televisivi.
Così il pensiero va lontano, ai tempi del “secondo tempo della partita di serie A” trasmesso in bianco e nero con la voce di Nando Martellini la sera della domenica, oppure ai bei pomeriggi di primavera allo stadio quando, destando la meraviglia del pubblico ancora non abituato alla piccola rivoluzione, entrava il numero 13 a sostituire qualcuno. Un calcio ancora romantico e genuino che sembra lontano ere… glaciali.
Marco Tenconi
Lecco
Caro Tenconi,
Sky e Mediaset, che governano di fatto i campionati, hanno spinto per programmare la quasi totalità degli incontri serali nel nord dell'Italia, con le conseguenze che stiamo vedendo in questi giorni. Quello che colpisce è che le società calcistiche, pronte a lanciare maledizioni sui programmatori allo scendere del primo fiocco di neve, non abbiano mai pensato a lamentarsi prima di questa assurda situazione, né i giocatori a proporre uno sciopero per tutelare i loro muscoli e legamenti dalle insidie del ghiaccio. Tutto è portato sull'orlo del burrone, salvo soffrire poi di vertigini e ritirare il piede all'ultimo momento.
Vittorio Colombo
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