Sembra che il risultato delle prossime elezioni amministrative non sia piú così scontato. Dalla fine delle primarie del centrosinistra ad oggi sembra di essere ripiombati nel Medioevo della politica. Le solite facce, alcune con la sfacciataggine di vestirsi da "rappresentanti civici", il solito tormentone ventennale su Berlusconi, i soliti scandali pre - elettorali. Purtroppo la società italiana e il Pd hanno perso un'occasione enorme che poteva cambiare lo scenario politico. La sconfitta di Matteo Renzi alle primarie ha ritardato un processo di rinnovamento del modo di far politica che si farà sentire, in modo nefasto, nei prossimi anni. L'uscita di scena del "rottamatore" ha riproposto il dualismo tra Berlusconi e Bersani, con Monti che ha imbarcato due volti nuovissimi della politica, Fini e Casini.
Corrado Valsecchi
Renzi ha perso una battaglia, non la guerra. Tornerà a essere un candidato appetibile per la premiership. E se lo designeranno, cambierà il volto del Pd e dell'intera politica. È possibile che l'attesa non sia lunga: l'esito del voto di febbraio potrebbe essere tale da suggerire a breve un ritorno alle urne. E Renzi si volgerà da risorsa preziosa a ultima speranza. Intanto ha dato una spinta al rinnovamento della classe dirigente, dentro e fuori il Pd. Non è un merito da poco. Non lo è neppure quello d'essersi messo lealmente al fianco di Bersani nella campagna elettorale. Quanto a Monti, sono Fini e Casini ad essersi aggregati a lui, non il contrario. La novità è una destra che s'ispira al liberalismo ormai sconosciuto agl'italiani; che debba trascinarsi dietro un che di vecchio, è il prezzo da pagare al nuovo.
Max Lodi
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