Cara Provincia
quella di stanotte (sabato) sarà la Luna più grande possibile almeno per un anno, perché il nostro satellite si troverà nel punto più vicino alla Terra nel corso della sua orbita, a “soli” 356.955 chilometri di distanza, e in più in uno spettacolare plenilunio. Secondo gli astronomi, infatti, se il tempo lo permetterà, potremo osservarla più grande di circa il 14 per cento e il 30 per cento più luminosa, soprattutto quando sorgerà e l'illusione ottica ce la farà vedere ancora più vicina.
Questo spettacolo naturale spinge a molte riflessioni, su come la Luna sia sempre stata fonte di ispirazione per poeti e innamorati - che spesso poi sono la stessa cosa - soggetto affascinante e misterioso che non ha perso la sua ineffabilità neppure dopo lo sbarco degli astronauti.
Alla Luna diamo la responsabilità dell'esserci alzati di cattivo umore, ci piace osservarla in ogni sua fase, da quando è poco più di una falce a quando riempie l'orizzonte, simile a un immenso disco d'oro, come farà questa notte.
Si seguono “le lune” per seminare o imbottigliare il vino, alcuni pensano perfino che barba baffi e capelli crescano più o meno velocemente a seconda delle fasi lunari. Mettiamo la Luna negli orologi più complicati, e nelle canzoni… più che un astro, una sorta di innamorata.
Alberto Fossati
Caro Fossati,
per Dario Fo, ad esempio, «la luna è una lampadina attaccata sul plafone, e le stelle sembrano limoni tirati nell'acqua…». Bizzarra e dissacrante, ma anche questa poesia, come quella dei moltissimi pittori che nei secoli hanno cercato di riprodurre sulla tela la magia del “chiaro di luna”, peraltro anche il titolo della celebre Sonata per pianoforte di Beethoven.
Gli antichi ritenevano che la Luna morisse ogni notte e si inabissasse nel mondo delle tenebre, noi, che pure grazie alla scienza ne conosciamo ogni anfratto, ne siamo tuttora affascinati, come capita con una donna di cui non riusciamo a decifrare il carattere.
Vittorio Colombo
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