Sono convinto di vivere in un Paese di gente sola, isolata ed emarginata dai suoi stessi preconcetti. Sono altresì convinto che la cura giusta per uscire dall'isolamento mentale e dalle barriere interne a questa società, sia una maggiore bontà d'animo accompagnata da un forte spirito cristiano...di carità e di amore per tutte le creature di Dio Padre. Ecco, visto in questo modo il mondo sarebbe migliore e non è soltanto un modo di dire. Mentre leggete queste parole, forse vi chiederete se vengo dalla Luna, o da chissà quale mondo. Ovviamente vengo dal vostro stesso pianeta, e vedo e sento ogni giorno le stesse, immancabili tristi notizie. Quando si riceve una ferita, e poi un'altra, ed un' altra ancora, ci si forma un guscio, un carapace che dovrebbe proteggerci dagli eventi esterni. E' il meccanismo della paura di fronte all'ignoto, più che indifferenza di fronte al mondo. E' qui che comincia il distacco dagli altri, il tremendo processo di metamorfosi dell'individuo. Certamente la vita rende apatici e la durezza delle condizioni esistenziali incide in questo logorìo dell'anima. Lentamente, come acqua che scava la roccia, ci logora quest' esistenza al punto che diventiamo insetti come Franz Kafka insegna nel suo capolavoro "La Metamorfosi".
Giuseppe Gervasi
Vorrei dirle che lei ha torto, caro amico. Profondamente torto. Perché l'ottimismo della speranza deve (dovrebbe) sempre imporsi sul pessimismo della ragione. Ma lei non ha affatto torto, come non ce l'aveva Kafka. Che fu bollato di cupezze fantasiose, irrazionali, al limite -e oltre il limite – del paradosso. Eppure non fece che descrivere con disincantata audacia ciò che altri, quasi tutti, tacciono per pudore o per viltà. Tanto più emerge l'isolamento dell'individuo quanto più è chiassosa la società, che sembra aumentare i decibel esteriori in proporzione ai silenzi interiori. E gli psicanalisti han sempre più da fare, lo dicono le statistiche che riguardano la loro professione. Ma gli psicanalisti provano a risolvere a valle un problema di tormenti che andrebbe affrontato a monte. Quando la discesa (o la cascata) s'inizia, diventa spesso difficile arginarne le conseguenze. Viviamo una crisi generalizzata di fiducia, questo è il punto dolentissimo. E non c'è chiacchiera che possa riuscire di rimedio. Ci vogliono i fatti, ma si ha la sensazione che perfino i fatti dubitino di se stessi. Perché forse (forse?) non sono più quelli di una volta. Come le stagioni, han perduto d'identità. Han subito una metamorfosi. Hanno un che di kafkiano. E non è un bell'annotare.
Max Lodi
© RIPRODUZIONE RISERVATA