Come gran parte delle leggi fatte in Italia non si tiene conto della loro applicazione nella pratica per cui se il limite massimo è di 50 all'ora ne consegue che, per non incorrere in infrazioni, si dovrà tenere una velocità fra i 40 e i 50 Km orari.
La conseguenza sarà una coda a passo di lumaca tra Como e Colico con tempi di percorrenza inimmaginabili. Posto che non è ponendo limiti di velocità anacronistici che si evitano gli incidenti ma, chiedo, i signori sindaci del lago, anche coloro che promuovono iniziative contro il traffico della Regina, non hanno pensato alle conseguenze anche sul piano turistico?
Non hanno pensato che chi avesse piacere di venire sul lago potrebbe decidere di non venire più sulla sponda di Como ma passare da quella di Lecco servita da una superstrada dove si può andare a 100 Km orari? Potranno sostenere che i mancati introiti sono compensati dalla maggior sicurezza? Secondo me no perché chi già non rispettava il limite dei 70 ancora di meno rispetterà quello dei 50.
Un'ultima considerazione: posto che il limite dei 50 viene messo per la sicurezza, i controlli minacciati dai sindaci verranno fatti anche negli orari di transito dei frontalieri? Io la risposta penso di conoscerla, e lei?
Aldo Valsecchi
Caro Valsecchi,
quello che lei paventa accadrà, perché è già accaduto in passato. E a farne le spese saranno le attivita turistico-ricettive, assieme a tutto il commercio in genere, che già in un momento come questo non se la passano benissimo.
Ancora una volta il rimedio è peggiore del male.
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