Frequento il supermercato. Negli ultimi tempi ho assistito alla progressiva sparizione dei prodotti di carne provenienti dai nostri allevamenti italiani sostituiti da merce che arriva dalla Francia, dall'Olanda e addirittura dagli Stati Uniti d'America. Non parliamo della frutta che arriva da Argentina,Cile, Brasile eccetera. Immagino che questi prodotti siano offerti ad un prezzo inferiore rispetto ai prodotti locali ma penso se queste grandi aziende non guardassero solo alla logica del massimo profitto e offrissero dei prodotti italiani allo stesso prezzo di quelli esteri farebbero una operazione di promozione delle nostre aziende agricole che giacciono moribonde. Queste aziende potrebbero far molto e dare una vera mano alla ripresa ed alla ricrescita economica del paese di cui tanto si parla ma per la quale non si è ancora fatto nulla.
Antonello Molteni
Un imprenditore non può da solo fissare il costo del prodotto. Deve uniformarsi al mercato, alla concorrenza, tenere in considerazione un altro costo: quello del lavoro. Da noi è assai più alto che altrove. Rinunziando a una parte dell'utile potrebbe momentaneamente agevolare il compratore, ma sul lungo periodo mettere in difficoltà la sua azienda. Un'azienda che va in crisi toglie lavoro ai singoli, il lavoro che si perde fa decrescere i consumi, e senz'incentivi ai consumi non c'è disagio sociale che si risolva. Solo lo Stato, con opportune misure di segno collettivo (per esempio fiscali), può aiutare insieme chi vende e chi acquista. Non si tratta di praticare l'autarchia di triste memoria, ma almeno l'autocritica d'altrettanto triste introvabilità. Ci farebbe ritrovare l'equilibrio, una condizione ormai quasi sconosciuta.
Max Lodi
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