Il Papa ha detto che se nella vita politica non c'è l'etica, tutto è possibile. Chissà se hanno ascoltato bene i politici cattolici che da anni si affannano a spiegare che la politica è una cosa e la morale un'altra e che mischiarle è un grave errore, perché si finisce per scivolare nel moralismo.
E guai ai moralisti che attentano alla vita pubblica. Il capo dei vescovi italiani Bagnasco, qualche giorno prima di Bergoglio, aveva espresso sostanzialmente il medesimo concetto. Se la Chiesa ritiene che vi sia bisogno di chiarezza su questo punto, una ragione ci sarà.
Giovanni Vanetti
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L'assenza di etica fa male all'umanità intera, ha aggiunto il Papa. Si riferiva ai danni che procura l'esercizio della finanza, quando perde di vista la realtà quotidiana. Il suo monito aveva, come sempre, valenza universale. Il problema della gente che fatica a vivere, che ha fame materiale e che sta a digiuno di dignità, va oltre l'Italia e l'Europa. Anzi, lo si trova e ritrova di drammatico contenuto nei Paesi più poveri. Naturalmente siamo portati a leggere in chiave locale le parole del pontefice. E non sbagliamo del tutto. Quel monito veniva anche a noi. All'autogiustificazionismo della parte di classe politica che piega ogni mezzo, anche culturale filosofico scientifico, al suo fine.
Il fine è rendere il potere funzionale all'interesse proprio e non all'interesse generale. Questo è il punto dolente, la trascuratezza endemica, la colpa grave degli ultimi anni: il privilegio concesso all'individualismo, lo spreco di collettività. Prima che la classe politica, dovrebbe rifondarsi l'uomo nelle sue diverse declinazioni. Specialmente l'uomo che governa, e dimostra regolarmente di non saper governare.
Max Lodi
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