nello stesso giorno la cultura italiana, o almeno quel che ne rimane, ha perso due figure di primissimo piano come Carlo Fruttero e Nanni Ricordi, ognuno geniale e innovativo nel proprio settore, spesso addirittura preveggente. Di Fruttero, a parte la qualità della scrittura, colpivano la sottile ironia di piemontese di stampo anglosassone e la capacità di osservare e poi riprodurre nella pagina scritta i vizi e i difetti degli italiani. Uomo dal carattere non facile, era un conversatore impareggiabile e lo ricordo, assieme a Lucentini, in antiche trasmissioni Rai, dissertare di libri e scrittori con un'arguzia ormai rara quanto le scimmie di Zanzibar.
Che dire poi di Nanni Ricordi, al quale gli appassionati di musica leggera devono almeno cinquant'anni di meraviglie, grazie alle sue “scoperte” di gente come Paolo Conte, Jannacci, Ornella Vanoni, Sergio Endrigo, Gino Paoli, Maria Monti e Giorgio Gaber… Anche lui burbero, come molti uomini dal grande talento, Nanni, diplomato in pianoforte e in gioventù concertista, era l'ultimo dei grandi Ricordi, della stoffa del bisnonno Giulio, competente di musica e di uomini, per cui possedeva un fiuto leggendario. Al di là delle solite immagini retoriche del tipo «di persone così si è perso lo stampo», di fronte a queste perdite ci si sente di molto più tristi e soprattutto parecchio più vecchi!
Gualtiero Sironi
Merate
Caro Sironi,
con persone come Fruttero e Ricordi scompaiono altri pezzi della cultura e della storia del Novecento. La loro era una generazione piena di fermenti, che comunque ha avuto la fortuna di poter seminare in un terreno ancora fertile e produttivo, come la casa editrice Einaudi, palestra di cervelli nel dopoguerra, per il primo, e la grande Ricordi, pur già uscita dalle mani della famiglia, per Nanni, che era andato in America per capire le nuove tendenze del mercato discografico. Certo, l'ingegno aiuta, ma anche il farsi trovare pronti nel posto giusto al momento giusto.
Vittorio Colombo
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