Nella primissima seduta del Governo francese, il neo presidente Francois Hollande, si è tagliato lo stipendio così anche i suoi ministri.
Da 21.300 scende a 14.900 euro, mentre quello dei suoi 34 ministri - 17 uomini e 17 donne - da 14.200 scende a 9.900 euro.
Un "obolo" di carità rispetto ai nostri politici i quali oltre ad avere stipendi da nababbi (e pensioni da sultani), possiedono benefici - estesi anche ai familiari - che nessun politico a livello mondiale può disporre.
Inoltre, a differenza dei nostri, i componenti del Governo francese hanno firmato la carta deontologica con i loro doveri. Prevede tra l'altro che nell'esercizio delle loro funzioni i ministri evitino conflitti di interesse, regali e inviti, e rispettino il codice della strada.
Roberto Mangoni
Hollande è stato irriso per questa storia del codice della strada. E invece è una bella storia: semplice, simbolica, istruttiva.
Insegna che i politici devono comportarsi come tutti gli altri cittadini, esattamente il contrario di quello che succede di solito da noi, dove i politici dispongono di privilegi che ben si guardano dal rifiutare. C'è un'altra indicazione curiosa e significativa di Hollande: prendere il treno per viaggi inferiori alle tre ore.
Perfetto: che bisogno c'è di auto blu o d'altro colore, d'inquinamento, di soste in coda quando si può circolare meglio e nel vantaggio di tutti con diversi mezzi? A Parigi alcuni ministri vanno alle riunioni del governo con la metropolitana, come in Olanda ci vanno in bicicletta. Mai visto nulla del genere in Italia.
Ci picchiamo d'essere la culla civiltà occidentale, e siamo dei poveri provinciali. Provinciali nel senso deteriore del termine: parvenu (come dicono i francesi: "arrivati") che ritengono doveroso mostrare i segni esteriori del successo.
Dovremmo dar segno d'altro, e non lo capiamo. Non lo capiscono i politici: facciano un bagno nei valori della provincialità (essere sobri, umili, rigorosi eccetera), gli farà bene. Benissimo.
Max Lodi
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