Seguo con simpatia il programma di Lucia Annunziata, una giornalista preparata, graffiante e, generalmente, corretta e imparziale. Di sovente non sono d'accordo con le sue idee, ma la rispetto e la stimo. Domenica scorsa mi ha deluso. Secondo lei gli eletti del Pdl sono "impresentabili"! Poi ha cercato di correggersi ma "el tacon pegio del buso".
Se gli eletti sono impresentabili, coloro che li hanno votati sono, ne deduco, idioti, incapaci, rozzi e ignoranti. Sono, pertanto, certo che la signora chiederà scusa sia agli eletti che agli elettori del Pdl. Vorrei sottolineare che l'Annunziata ha il diritto di libertà totale di parola, ma non ha alcun diritto di insultare dal pulpito di una tivù di Stato (pagata anche da quei milioni di elettori del Pdl) elettori ed eletti del centrodestra.
Carlo Mario Passarotti
L'Annunziata ha sbagliato. D'impresentabile c'è stata la parola adoperata per la sua obiezione. Lei voleva dire, come ha poi chiarito: avendo il Pdl manifestato fuori del tribunale di Milano, ha arrecato uno sfregio alla magistratura. A un'istituzione. Di conseguenza diventa imbarazzante associarselo nell'eventuale sostegno di altre istituzioni. Figuriamoci prefigurarne la guida.
L'errore (l'esagerazione dialettica da retropensiero politico) è stato subito evidente all'Annunziata stessa che ha definito pesante la sua critica, pur cercando d'argomentarla. I giornalisti - specialmente i giornalisti del servizio pubblico - dovrebbero far sempre prevalere la levità dell'argomentare sui gravami dell'opinionismo, quando si dibatte sull'utilizzo di milioni di voti popolari. Non per soffocare la propria libertà di pensiero, ma per non levare l'ossigeno a quella altrui.
Max Lodi
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