Le parole che non ci hanno detto, quelle che volevamo sentire, come anteprima al decreto ferragostano dei nostri governanti: «Cittadini italiani, vi chiediamo scusa, la vostra attuale classe dirigente, dopo decenni di clientelarismo, corruzione, scandali, stragi impunite, perpetrate ai vostri danni da ogni forza politica, di ogni colore e subdola ideologia, ignobile nelle gesta, inetta a ogni adempimento, è stata commissariata e costretta a misure scellerate, confuse, bieche; siamo riusciti nell'intento di abiurare il principio fondamentale dei padri fondatori della Repubblica, l'atto primo della nostra Costituzione: l'Italia non è più una democrazia fondata sul lavoro, la prima è divenuta un concetto astratto, il secondo sta svanendo. Dobbiamo solo vergognarci delle nostre gesta, nostre e di tutte le migliaia di eletti, susseguitesi negli anni. Abbiamo usufruito di ogni prebenda immaginabile, stipendi da favola, godiamo di odiosi vitalizi, siamo stati una casta, e voi i nostri sudditi. Naturalmente, per decreto, dovremmo modificare quella porcata, nostra definizione, della legge elettorale, magari adottandone una qualsiasi degli amici che ci hanno commissariato e indire, dopo esserci dimessi, con l'obbligo dall'interdizione a vita dai pubblici uffici, nuove elezioni».
Noi intanto prendiamola con filosofia, ci conviene: il loro cuore gronda sangue, figuriamoci il nostro. Che fortuna pensavo, in casa siamo tutti donatori di sangue, e vi invito ad associarvi. Oppure vi consiglio come lettura estiva l'illustre Torquato Tasso, l'antenato dei torchiati dalla tasse. La sua «Gerusalemme liberata» potrebbe diventare l'Italia liberata, ma solo per ridere un poco. In fondo lo consideravano un pazzo.
Luca Cattaneo
Caro Cattaneo,
quello che lei prospetta è uno scenario da sogno, con il carrozzone dei nostri politici da operetta che finalmente esce di strada e si capovolge, dopo anni di guida spericolata e folle.
Chi possiede ancora un briciolo di buon senso non può non augurarsi che chi ha messo a sacco il Paese se ne vada a casa e interrompa la sua flebotomica attività a danno del sangue di cittadini ormai anemici e destrutturati.
Le ricordo però che la casta è nata e ha prosperato con il voto degli italiani, popolo che sotto sotto spera sempre in qualche prebenda in ricaduta, facilitazioni e sconti, in poche parole nel "magna magna" che poi, in separata sede, critica acerbamente.
Lavoro in nero, tasse evase, assegni a vuoto e tutto l'elenco di nefandezze che riempiono i giornali, sono infatti figli dei modelli che invitiamo a governarci nel silenzio della cabina elettorale.
Mario Chiodetti
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